Istanbul, spara tra la folla di turisti C’è l’ombra della vendetta siriana

Istanbul, spara tra la folla di turisti C’è l’ombra della vendetta siriana

Un libico con cittadinanza siriana, arrivato a bordo di un’automobile immatricolata in Siria, si è messo a sparare all’impazzata nel cuore di Istanbul. Non ha mirato ai turisti, ma alle forze di sicurezza rifiutando la resa e gridando «Allah o akbar» (Dio è grande). I cecchini lo hanno fulminato. Il lampo di terrore sembra quasi un segnale, forte e chiaro alla Turchia, che prima si è schierata con i ribelli libici contro il colonnello Gheddafi e adesso è la paladina della sommossa in Siria, che vuole abbattere il regime di Bashar al Assad. Non solo: il lupo solitario, con una missione ben precisa, ha iniziato a sparare pochi minuti prima dell’annuncio ufficiale delle sanzioni turche alla Siria.
Secondo l’agenzia Anadolu l’uomo ucciso dalla polizia si chiamava Samir Salem Ali Elmadhavri e aveva 36 anni. Domenica scorsa è entrato in Turchia al volante di un’automobile registrata in Siria, non di sua proprietà. Ieri mattina alle 10 è entrato in azione ad Istanbul scegliendo un obiettivo simbolico: il palazzo Topkapi, l’antica residenza del Sultano, una delle principali attrazioni turistiche. Invece che falciare gli stranieri in visita, in maniera indiscriminata come hanno fatto spesso i terroristi filo al Qaida, si è messo a sparare in maniera mirata. Prima ha ferito un militare e poi una guardia di sicurezza. Vestito di nero, con una cartucciera di traverso un fucile a pompa ed un altro di riserva sembrava quasi voler attirare l’attenzione, invece che mimetizzarsi per colpire meglio. Idris Cengiz, un turco che l’ha incrociato, sostiene che assomigliava ad un cacciatore. Quando gli ha rivolto, stupito, la parola il novello Rambo ha farfugliato qualcosa in arabo per poi gridare «Allah o akbar».
Una volta scoppiata la sparatoria con le forze di sicurezza il terrorista è penetrato nel Topkapi, come se dovesse condurre un’azione suicida. Però non si è fatto saltare in aria e ha continuato a sparare rifiutando di arrendersi. L’impressione è che volesse resistere il più possibile per attrarre i riflettori dei media internazionali. Nessun turista è rimasto ferito. Alla fine i cecchini della polizia hanno eliminato la minaccia. Difficile che il blitz suicida sia scattato per caso, pochi minuti dopo l’annuncio del governo turco di ulteriori e dure sanzioni contro la Siria chieste dalla Lega araba. Ankara è in prima fila nel sostegno all’opposizione siriana impegnata in un sanguinoso braccio di ferro con il regime di Damasco. La Turchia ha aperto le porte ai profughi ed ai disertori delle forze armate siriane, che stanno formando un «libero esercito» clandestino per abbattere Assad. Non solo: il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, è stato il primo ad incontrare gli esponenti in esilio dell’opposizione siriana. Nelle ultime ore ha dichiarato che il governo del presidente Assad è «alla fine della strada». Negli ultimi mesi, dopo aver appoggiato i ribelli libici la Turchia ha mostrato i muscoli con i vicini siriani. Pur contraria ad interventi militari diretti, come in Libia, il governo di Ankara sarebbe disposto ad usare «qualsiasi mezzo» per creare una zona di cuscinetto con la Siria dove accogliere profughi e dissidenti. Indiscrezioni parlano di campi di addestramento per i ribelli già in funzione.
Altre piste potrebbero portare agli Hezbollah turchi, una costola integralista sunnita sorta negli anni ’80, che poi si è ispirata ad al Qaida. All’inizio dell’anno è stata scoperta una rete che pianificava un attacco all’ambasciata americana ad Ankara. Nel 2003 e 2008 terroristi filo Bin Laden hanno colpito consolati occidentali e due sinagoghe, proprio ad Istanbul. Un’altra minaccia è rappresentata dai guerriglieri curdi del Pkk, che spesso hanno compiuto atti di terrore. In passato il Pkk era appoggiato ed ospitato dai siriani.

L’azione solitaria di ieri, nel quartiere simbolo della potenza ottomana, è probabilmente un messaggio che intima alla Turchia di non scherzare con il fuoco degli ultimi rivolgimenti in Medio Oriente.
www.faustobiloslavo.eu

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