La Juve col Chelsea per sentirsi di nuovo Old Lady Buffon: «Un momento che aspettiamo da tre anni»

La Juve col Chelsea per sentirsi di nuovo Old Lady Buffon: «Un momento che aspettiamo da tre anni»

nostro inviato a Londra

L’ultima fu l’annuncio di un disastro di proporzioni epocali. Stavolta potrebbe essere lo squillo di tromba di un ritorno al rango di Old lady. Sì, anche qui la chiamano ancora così. L’ultima volta che la Juve mise piede a Londra cominciò la caduta degli dei. Allora c’era l’Arsenal fra i piedi: furono due sberle (a zero) ed un pareggio a Torino con il quale la gente bianconera salutò la Champions. Ma per un tempo più lungo del previsto e del prevedibile. Tuonò lo tsunami di calciopoli.
«Ora siamo tornati, alle partite e ai palcoscenici che ci competono», ha annunciato ieri Buffon, con giusto pizzico d’orgoglio, prima di partire da Torino e fare i conti con i ritardi degli aerei. Come inizio non proprio l’ideale. Poi ecco Londra, neppure il tempo di mettere piede a terra e la pioggerellina, inesorabile compagna di via di questa città, ha cominciato a ticchettare sull’asfalto. Pretendevate sole, forse? No, meglio trovar una serata di luna buona.
E la Juve ci prova. Con lei Del Piero che ha un conto di gol da regolare (mai segnato a Londra, sarebbe la 16ª città del suo curriculum), Ranieri che con il Chelsea ha un affare di cuore e così pure Tiago, che da queste parti ha vissuto una stagione felice. Ed anche Trezeguet ha colpi in canna e qualche sassolino nelle scarpe. Ha cominciato sparando un pronostico sulle italiane: «Passiamo noi e un’altra». E un augurio a se stesso: «La Champions è l’unico trofeo che non ho vinto con la Juve. Per noi più vecchi, che abbiamo vissuto tanti momenti negativi, sarebbe la cosa più bella».
Questa è la Juve: ricca della sua storia e delle sue passioni, della voglia di stupire (come le capitò con il Real Madrid), delle illusioni e dell’orgoglio dell’essere tornata nel calcio che conta, fra regine d’Europa. Scalare la Champions è un fatto di business per la società, ma di valore calcistico per qualunque giocatore. «Un momento che aspettiamo da tre anni. Vi stupiremo, la Juve giocherà con il cuore e con il carattere», ha concluso Buffon.
Basteranno le sue mani? Certamente no. Ci vorranno gol e buona difesa. Del Piero potrebbe far cifra tonda: 50 reti nelle coppe internazionali (la prima in coppa Uefa contro l’Eintracht), collezione avviata 14 anni fa. Per ora in Champions sono 43. Di fronte uno dei portieri più forti del mondo. Anzi, in campo i due più forti (oltre a Julio Cesar).
Il resto è segnale dei tempi che cambiano: la Juve si ripresenta agli ottavi di nobiltà con una squadra che sta ricostruendo la sua dimensione. Il Chelsea sta trasformandola dopo il flop di Scolari. Ci saranno uomini scoperti, allenati, costruiti da Ranieri (Terry, Lampard e Cech in campo, Joe Cole rotto). Allora il tecnico chiese anche Drogba, senza far in tempo a goderselo. Ranieri ha seminato, Mourinho ha racclto. Potrebbe capitargli anche a Torino, se non si sbriga a vincere. Non saranno due squadre belle, ma certamente toste. La qualità non manca, soprattutto al Chelsea.
La Juve ha conti in rosso con il calcio di queste parti: stesa da Manchester, Liverpool e Arsenal nelle ultime tre occasioni. Non riesce ad eliminare una inglese, nella sfida diretta, dal 1984.

Sembra una storia immutabile, quasi quanto quella di Stamford Bridge, stadio nato nel cuore di un quartiere esclusivo, vecchio impianto per l’atletica diventato il cuore di Chelsea. Una specie di casa Italia anche per il calcio (Zola, Di Matteo, Vialli, Cudicini, Ranieri). Chissà!

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