L’artigianato ligure vince a Stoccarda la sfida della qualità

Dieci aziende hanno promosso gastronomia e territorio alla rassegna «Kulinart»

L’artigianato ligure vince a Stoccarda   la sfida della qualità

nostro inviato

a Stoccarda
Dieci produttori liguri - artigiani sì, ma soprattutto imprenditori sempre disposti ad affrontare le sfide di mercato - hanno preso armi e bagagli (che poi sono nient’altro che gli arnesi del mestiere e i prodotti dell’ingegno, delle mani e del cuore), e se ne sono partiti per la Germania, destinazione «Kulinart» di Stoccarda. Come dire: una delle più importanti rassegne internazionali dello stile di vita e delle delizie gastronomiche che ogni anno richiama i professionisti del settore e migliaia di appassionati (ma, attenzione, la caratteristica è che i visitatori della fiera sono selezionati, tutti operatori del settore, interessati a vedere, scrutare, magari ispezionare e poi comprare, a volumi particolarmente ampi).
È così che, con una madrina d’eccezione, Serena Lorenzini, Miss Muretto di Alassio («immagine di un modello di bellezza semplice, che non rinuncia a un'alimentazione equilibrata»), per i tre giorni della manifestazione, dal 16 al 18 novembre, i magnifici dieci hanno fatto un po’ la parte degli ambasciatori di Liguria, dal punto di vista enogastronomico e poi anche, indirettamente ma efficacemente, dal punto di vista turistico. Tale era anche l’ambizioso obiettivo di chi ha organizzato la spedizione, cioè Confartigianato Liguria, col sostegno della Regione e di Liguria International nell’ambito dei finanziamenti dell’Istituto commercio estero. «In questo senso - sottolinea fra l’altro Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato e rappresentante ufficiale della delegazione - l’iniziativa rientrava in maniera organica tra gli appuntamenti che proponiamo in Italia e all’estero per la promozione delle nostre produzioni artigiane di qualità. Di recente, con Magda Gomes come testimonial, abbiamo “invaso“ il Priamar di Savona. E ora eccoci a Stoccarda, a tutti gli effetti una vetrina strategica per il mercato tedesco e, più in generale, europeo».
Oltre a far conoscere le particolarità gastronomiche e ambientali della Liguria ai visitatori della fiera - spiega dal canto suo il presidente della Confartigianato regionale, Giancarlo Grasso - le aziende coinvolte «hanno avuto modo di incontrare clienti e potenziali partner per lo sviluppo di rapporti commerciali e scambi di esperienze in ambito produttivo per un graduale processo di internazionalizzazione». Detto fatto: le aziende hanno ottenuto riscontri immediati, pur nella consapevolezza che la strada da percorrere resta lunga e in salita per tutti i protagonisti di un mercato sempre più selezionato e competitivo. Ma la presenza a Kulinart ha già lasciato una traccia. Lo conferma la squadra di artigiani-apripista intervenuti: «Le bontà del belvedere» di Altare (confetture e gelatine di vino), «Budicin» di Camogli (pasticceria tipica, fresca e secca), «Il Fondaco dei Liguri» di Genova (specialità alimentari), «Frantoio Ghiglione» di Dolcedo (olio extravergine d’oliva e prodotti tipici), «Lucchi e Guastalli» di Santo Stefano Magra (olio extravergine d’oliva), «Lupi» di Pieve di Teco (olio e vini), «Minuto Caffè» di Savona (torrefazione), «Musante & Liotta» di Genova (Fabbrica cioccolato e dolciumi Buffa), «Pastificio Plin» di Ceriale (produzione di pasta fresca), e «Poterie» di Genova (ceramiche artistiche).


A «movimentare» l’evento, fornendo un contributo di simpatia, ma anche un forte messaggio di promozione della cucina ligure, ha pensato Roberto Panizza (Associazione Palatifini), con una delle spettacolari eliminatorie del «Campionato mondiale di pesto»: otto volenterosi chef si sono cimentati in diretta, di fronte al pubblico, nella preparazione della salsa, secondo le regole d’oro: basilico di Prà, sale grosso di Cervia, pinoli di Pisa, aglio di Vessalico, parmigiano reggiano stravecchio e pecorino Fiore sardo, oltre, naturalmente, a sua maestà l’extravergine della Riviera ligure Dop. E i tedeschi, chissà perché, si sono subito scordati i wurstel.

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