L’attesa sentenza della Caf frenata da Borsa e Golden Gala

Forse domani ma dopo le 17.30 perché Juventus e Lazio sono quotate. Il meeting potrebbe allungare i tempi

Gian Piero Scevola

E sono sei, con oggi arrivano infatti a sei i giorni di camera di consiglio della Caf di Cesare Ruperto. Una durata che nessuno si sarebbe mai aspettato e che la dice lunga sulla serietà e sull’impegno della commissione che non si è risparmiata, lavorando anche dodici ore al giorno pur di arrivare a una sentenza giusta e non frettolosa. Niente giustizia sommaria, dunque, come qualcuno aveva ipotizzato, ma anche quel «ci prenderemo tutto il tempo di cui avremo bisogno» col quale il presidente emerito della Corte Costituzionale aveva chiuso il dibattimento, facendo pensare a chissà quali protrazioni temporanee. Anche perché a dargli una mano è arrivata prima l’Uefa, con la raccomandazione del Comitato esecutivo sulla accettazione in toto dei provvedimenti disciplinari di primo grado idonei a poter stilare la classifica finale del campionato e quindi a iscrivere i 7 club italiani nelle coppe europee. E ieri anche le dichiarazioni di Guido Rossi con un no secco a qualsiasi ipotesi di amnistia, provvedimento politico che, proprio perché politico, escluderebbe l’Italia e le sue società da qualsiasi manifestazione.
Ma questa volta sembra proprio che ci siamo e le indiscrezioni che filtrano dalla pancia dell’Olimpico, poche per la verità, data la riservatezza che i componenti della Caf si sono imposti, fanno capire che domani potrebbe essere il giorno tanto atteso. Bisognerà però probabilmente aspettare la chiusura della Borsa, dopo le 17,30 quindi, perché Juventus e Lazio sono quotate e una sentenza prima della chiusura delle contrattazioni potrebbe avere ripercussioni troppo negative sul titolo. Così come era stato fatto per i 30 deferimenti, quando il Procuratore Palazzi attese che i mercati fossero chiusi. Con la grossa novità della seduta pubblica, sempre nelle sale dell’Olimpico che qualche ora dopo ospiterà il «Golden Gala» di atletica leggera. Ma proprio questa manifestazione potrebbe portare a sabato mattina la lettura della sentenza, tanto non ci sarebbero più problemi di tempo da parte della Corte federale che giudicherà in appello e con i termini di ricorso abbreviati a tre giorni.
«In nome del popolo italiano», quello calcistico ovviamente, il presidente Cesare Ruperto, rigorosamente in piedi, con a fianco l’avvocato Carlo Porceddu, il professore Mario Zoppellari e gli ex magistrati di Cassazione Michele Lo Piano e Giuseppe Marziale, leggerà la sentenza e le relative motivazioni che non dovrebbero scostarsi di molto dalle pesanti richieste formulate dal pm Palazzi. Anche se l’ultima idea è quella di evitare la seduta pubblica e depositare la sentenza in Figc venerdì prima di mezzanotte. Difficile fare ipotesi, difficile quantificare le pene, perché pene ce ne saranno, eccome, si tratta solo di stabilire se la «insalvabile» Juventus sarà condannata alla serie C o se verrà «salvata» tra i cadetti.

Una decisione che si ripercuoterà su Fiorentina, Lazio e Milan (il club meno coinvolto) che, per la gradualità delle pene e per la loro efficacia, dovrebbero trarne un sensibile vantaggio: meno punti di penalizzazione in B o addirittura salvate in serie A con penalizzazioni, però.

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