da Milano
LInter ha smesso di segnare in campionato, eppure tutti gli attaccanti stanno bene: unico reparto al completo, in salute e con il capocannoniere scatenato. Controsensi del calcio. Tutti dicono che lInter è una squadra superattrezzata, ma adesso si trova a fare i conti della spesa: questo cè, questo no, questo chissà quando? Controsensi del destino. Si è allungato anche il tempo di recupero per Toldo: gli hanno scoperto una microfrattura al piede destro (pareva solo una botta subita a Reggio), ci vorrà un piccolo intervento e un mesetto per tornare pronto. Tutto nella settimana di Juve-Inter, non proprio un indizio promettente. Ieri Moratti ha cercato di annegare le micce nel buon senso. «Juve-Inter sarà un incontro normale di campionato, tra due squadre che hanno un grande blasone e, alle spalle, una storia importante. Questa partita avrà sempre significato. Per quanto mi riguarda non ci sono significati polemici, a meno che qualcuno non li voglia vedere».
Per ora lInter guarda ai guai suoi: con tanti infortunati cè il rischio di farsi venire laffanno. La partita con la Juve ha un significato simbolico più che tecnico: a parità di organico la squadra di Mancini è di unaltra dimensione. Così, invece, tutto può succedere. Campionato e Champions possono prosciugare i centrocampisti, perché proprio il centrocampo, guarda caso il reparto per il quale Mancini aveva chiesto uno sforzo alla società, rischia sofferenza e infelicità. I medici hanno tirato un sospiro di sollievo: linfortunio di Stankovic (distorsione alla caviglia destra con lesione capsulo legamentosa) potrebbe permettere di rimettere in campo lomino di ferro nel giro di trenta-quaranta giorni. E intanto Mancini ha messo fretta ai medici anche per Vieira. «Lo voglio vedere in campo prima della fine dellanno», ha detto. Leggi derby (23 dicembre) per non sbagliare. Domani proverà a recuperare Julio Cesar, preso da un mal di schiena che non devessere parente di quelli che affliggono Adriano. Altrimenti toccherà ancora a Orlandoni, uno dei capocomici della compagnia di spogliatoio, uno di quelli che fa gruppo e sa regalare fiducia ai compagni.
Tolto Ibrahimovic, lInter ha perso tutta la sua colonna vertebrale di squadra: Julio Cesar, Materazzi, Vieira e Stankovic. Di solito si paga dazio. Anche se lattacco garantisce gol (pur se Ibra potrebbe riposare con il Genoa) e Samuel, insieme a Chivu, una solidità daltri tempi (calcistici). «Quindi - ha concluso ieri Moratti - non sarà necessario ricorrere a rinforzi. Al momento non vedo lesigenza. Stankovic potrà riprendersi anche dalla tallonite, questi infortuni ci danneggiano un po, ma ci sono giocatori che possono supplire alle assenze». Conta passare la Juve e la qualificazione di Champions, poi lInter potrà riassettarsi. Proprio lanno scorso, poco prima del Valencia, subì una mitragliata di infortuni che la misero in ginocchio per la coppa. Questanno tutto in anticipo. Potrebbe essere un colpo di fortuna.
In realtà lInter ha quindici giocatori di alto livello, gli altri fra color che sono sospesi: Rivas, Pelè, Solari, lo stesso Cesar (in caduta rapida di forma), Jimenez (finora un bluff), ed anche Dacourt è un cristallo, nel fisico e nel rendimento. Probabilmente Mancini adatterà Chivu a centrocampo, cercherà buone notizie da Pelè. E avrà il solito rompicapo per lattacco: Ibra e Crespo sono la coppia regina, Suazo la delusione, Cruz «gioca e ammira» e Adriano con i soliti vizietti: pare che in settimana la sua condotta non sia stata esemplare. Da qui lesclusione di Palermo. «Solo una questione tecnica, gli altri sono più in forma», ha informato Moratti che ha negato vendette postume di Mancini. «Tanti giocatori escono arrabbiati, allora dovrebbero essere tutti puniti». Meglio concentrarsi sui risultati. «Avanti così», ha detto il presidente. Con un consiglio per il popolo (non solo suo), a beneficio degli arbitri.
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