L’ultimo Casinò Royal tra amanti segreti e ricatti in famiglia

La sconfitta fa esplodere il gossip: Ségolène si consola con il filosofo Henri Levy; il compagno François Hollande con una compagna di partito. E la candidatura all’Eliseo? È nata da una minaccia

L’ultimo Casinò Royal tra amanti segreti e ricatti in famiglia

Parigi - Fino a poche settimane fa era soltanto uno dei pettegolezzi sussurrato nei salotti della Parigi bene, ma ora la vicenda è pubblica e intriga i francesi. Non è difficile capire perché. Vede protagonisti Ségolène Royal e François Hollande, suo compagno da quasi trent'anni, nonché segretario socialista. Dopo lo scoop di France 2, che ha filmato la lite tra i due poche ore dopo la sconfitta al ballottaggio, è un fiorire di indiscrezioni. Saltano fuori amanti (di lui), un'amicizia molto intima con un filosofo famosissimo (da parte di lei), squallidi ricatti coniugali. Una coppia che scoppia, sui giornali, nei siti internet e, soprattutto, in un'esplosiva biografia di Ségo, intitolata La femme fatale, scritta da due giornaliste di Le Monde, Raphaelle Bacqué e Ariane Chemin. Il volume uscirà in libreria domani, ma il settimanale Nouvel Observateur ne ha pubblicato alcuni passaggi, devastanti per la Royal, che dopo aver perso le presidenziali rischia di vedere distrutta l'immagine costruita sapientemente nell'ultimo anno.
Tra Ségo e François, che non si sono mai sposati e che continuano a convivere, non ci sarebbe in realtà più nulla da almeno un paio d'anni. Separati in casa. Lui avrebbe una relazione con un'altra socialista, in carriera, molto conosciuta a Parigi. Gli indizi sono tanti, soprattutto quello del novembre 2005. Hollande è a cena con i suoi due più stretti collaboratori. Squilla il cellulare, lui risponde e inizia a sussurrare coprendosi con la mano. Il contesto è inequivocabile: la telefonata è molto intima. È in linea con Ségolène, pensano i presenti. Lui conclude la comunicazione, si scusa e inaspettatamente se ne va, lasciando la sua carta di credito per pagare il conto. Ma dopo mezz'ora squilla il telefonino del numero due del Ps e sul display s'illumina la voce «Royal». Nessun errore, è proprio lei, che cerca il compagno, il cui telefono è stranamente spento. Non è sciocca e capisce: quell'assenza improvvisa alle dieci e mezzo di sera è la prova del tradimento.

Il 2005 è l'anno della crisi; coniugale prima, politica subito dopo. L'anno in cui Ségolène decide di tentare la corsa all'Eliseo. Ma François non sembra d'accordo. Quando lei capisce che lui intende puntare su Jospin, lo minaccia: «Se provi a ostacolare la mia candidatura non vedrai più i tuoi figli». Hollande è incredulo, ma non ha scelta. Senza i figli è perduto e cede.
Ségo va avanti, elimina dalla corsa tutti gli «elefanti» socialisti. Lui resiste, ufficialmente al suo fianco, in realtà sempre più distante. Lei fa tutto senza consultarlo. A una dirigente del partito che gli scrive lamentandosi di non essere riuscita a entrare nel quartier generale di Ségo, Hollande risponde laconicamente: «Capita spesso anche a me».

Quando la campagna elettorale entra nel vivo, Ségolène cerca appoggi tra gli intellettuali. Si rivolge al sociologo Edgar Morin, che però è perplesso, poi invita a cena il filosofo più famoso di Francia, Bernard-Henry Lévy. E accade l'imprevisto. Lui è un intellettuale chic, non ha mai scritto nulla di straordinario, ma è ricco, bello, altezzoso e dunque molto televisivo. Lei una politica, poco interessata alla cultura, educata rigidamente da un padre militare. Nulla li accomuna, eppure nasce una grande amicizia. «Bhl» diventa il confidente di Ségo. Lei lo chiama più volte al giorno e nei momenti di scoramento fugge di nascosto nel suo appartamento, che è a pochi metri dal suo quartier generale a Saint Germain. Lui la rincuora, leggendole poesie.

In un articolo esalta la sua «sorprendente freschezza» e il suo «lungo, bel collo». Agli amici confida che la Royal «è molto sola» in questa campagna, «anche sentimentalmente». Lévy sa tutto; è un amico molto particolare.

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