In luglio ha compiuto 35 anni di vita. Unetà relativamente giovane, ma nel caso del porto «Carlo Riva» di Rapallo è uneternità visto che nel 1975 la portualità nel nostro Paese era poca cosa, affidata ai circoli o alle amministrazioni locali. Qui nel Tigullio è iniziata la storia dei marina italiani, per merito di un ingegnere lombardo - Carlo Riva appunto - cresciuto fra gli omonimi «gioielli galleggianti» a Sarnico.
«Nei miei viaggi in Costa Azzurra - racconta lingegnere, sempre in forma smagliante a dispetto dei suoi 88 anni - mi ero reso conto che i francesi stavano lavorando benissimo a favore dei diportisti. Mi colpì soprattutto quanto stava facendo Pierre Canto, nobile padre del marina di Cannes nel 1971. Così mi sono detto: perché non pensare a qualcosa del genere anche da noi? In fondo il Tigullio si prestava bene allidea».
Detto, fatto: oddio, con un impegno ai limiti della follia in quel periodo, quando la nautica era guardata malissimo e mancava lesperienza nel settore: «Senza tenacia e passione non ce lavremmo mai fatta - prosegue Carlo Riva - Anche adesso ci si deve confrontare con tanti problemi, ma allepoca abbiamo incontrato difficoltà tecniche e burocratiche da scoraggiare chi non era provvisto di una dose di simpatica follia come me e i miei collaboratori. Ma in quattro anni ce la facemmo, il sogno diventò realtà».
Una realtà apprezzata dai suoi frequentatori - vip come normalissimi appassionati - e da chi si ferma in transito: 400 ormeggi privati per barche dai 6 ai 40 metri di lunghezza più 500 posti barca destinati al porto pubblico. A terra tutti i servizi tecnici - tra i migliori dItalia - e quanto occorre al diportista per preparare la crociera.
«La nostra maggiore soddisfazione è sentire i nostri clienti felici di tornare dopo la navigazione estiva - racconta Marina Scarpino, dinamica direttrice del marina - Tornano perché si sono imbattuti in porti non allaltezza e in situazioni qui inimmaginabili. Per noi è fondamentale la cultura dellaccoglienza, non solo tecnica».
Ultimamente si sentono lamentele sui prezzi elevati dei marina importanti come il Carlo Riva: «Io faccio un ragionamento diverso - prosegue la Scarpino - Tutti i servizi deccellenza, in qualsiasi settore, costano di più di uno mediocre: il problema è che da qualche anno anche, se non ci sono stati aumenti, il diminuito potere dacquisto ha reso più pesante lesborso del recente passato. La vera responsabilità è di chi ha costretto noi a rifarci in qualche modo dellaumento spaventoso dei canoni demaniali: non lo scopro certo io che in Italia la portualità invece di essere sostenuta è danneggiata. Quindi non siamo in grado di abbassare i prezzi. I costi di gestione sono notevoli. faccio un esempio: per noi è fondamentale la manutenzione del marina. Proprio perché è storico, diventa doveroso controllarne lintegrità e aggiornarlo - continua la Scarpino - Nello scorso agosto abbiamo accolto il megapontone di 38 metri per 16 che tra qualche mese verrà posizionato in modo definitivo. E qualche mese prima cè stata la sostituzione integrale dellimpianto elettrico».
Il «Carlo Riva» è completato dallo Yacht Club Rapallo, un circolo che offre tutta una serie di servizi piacevoli: connessione wi-fi, ristorante affacciato sul mare (nonché quotato dai gourmet), piscina e altro ancora. Proprio attraverso lo Yacht Club, tutti i clienti del marina vengono informati di tutto quanto avviene allinterno e in generale nel mondo nautico. Una buona occasione per vederlo sarà il tradizionale «fuori Salone» che la direzione organizza da sette anni durante la settimana del Nautico a Genova: allormeggio ci saranno splendide vele quali Swan e Southern Wind e i motoryacht Sanlorenzo.
Carlo Riva precisa: «Noi non crediamo di rubare pubblico al Salone di Genova, è soltanto unappendice di livello eccellente che ci offre la possibilità di far scoprire la nostra struttura a chi non la conosce ancora e ritrovare in ottobre tanti nostri clienti, che lo ripeto sono la nostra vera ricchezza».
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