«Una visionaria, una mitomane,una pazza.Al punto di arrivare a raccontare ai magistrati che alle feste in casa mia c’erano le
ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini e la presentatrice di Sanremo Belen Rodriguez che ballavano tutte nude insieme ad altre ragazze. Una follia. Pensate che
in quel periodo la Gelmini era anche incinta ». Quando Silvio
Berlusconi finisce di ripercorrere la vicenda-Ruby davanti alle
deputate del Pdl riunite nella sala del governo di Montecitorio
l’imbarazzo tra i presenti è palpabile.
Il Cavaliere, infatti, non si limita a ripetere le sue ragioni o a puntare
il dito contro la magistratura che per mesi ha«spiato»la sua
abitazione privata «monitorando chi entrava e chi usciva» per il solo
fatto di «essere mio ospite». Si spinge ben oltre e senza esitaretra
lo stupore di una trentina di deputate ammutolite- fa i nomi della
Carfagna e della Gelmini. La conferma, spiega Berlusconi, di quale sia
l’attendibilità non solo di Ruby ma pure della procura di Milano.
Già, perché «davanti a simili follie qualunque magistrato che non è in
malafede non solo non le avrebbe dato credito ma l’avrebbe indagata per
calunnia aggravata».E invece,ripete il Cavaliere, qui «siamo di fronte
a una sentenza già scritta».Non solo prima del processo- aggiunge -
ma perfino prima di iniziare le indagini.D’altra parte,è il senso dei
ragionamenti del capo del governo, «non è certo questo il primo esempio
di quanto Ruby non sia attendibile». Circostanza ripercorsa più volte
durante i gabinetti di guerra che si sono tenuti negli ultimi giorni a
Palazzo Grazioli con Ghedini, Longo e la solita pila di codici. Ruby,
infatti, ha anche raccontato di aver
partecipato a una cena ad Arcore in compagnia di Daniela Santanchè,
Elisabetta Canalis e George Clooney. Serata smentita sia dal
sottosegretario all’Attuazione del programma che dalla Canalis,
ascoltata dai magistrati sull’argomento. Come pure- ripete il premier
ogni volta che torna sull’argomento nelle sue conversazioni private -
non trovano riscontro gli incontri a sfondo sessuale che la giovane marocchina dice di aver avuto con Cristiano Ronaldo. Secondo le indagini, infatti, nelle date indicate da Ruby il calciatore si trovava a Madrid.
Berlusconi, insomma, è convinto che si tratti di «una pazza mitomane
eterodiretta dalla procura di Milano ». Ed è questo che dice nel suo
sfogo con le deputate del Pdl. A cui fa i nomi della Carfagna e della
Gelmini perché tanto «sono agli atti». Nel senso che nei verbali
d’interrogatorioancora non arrivati ai giornali e comunque coperti da
omissis- è la stessa Ruby a chiamarle direttamente in causa insieme
alla Rodriguez. Atti che certamente saranno pubblici a metà della
prossima settimana quando verranno depositati per chiusura indagini.
Ed è forse per questo che il Cavaliere decide di «anticiparli ».Un terreno,quello della credibilità della ragazza marocchina,
che forse anche la stessa procura di Milano considera scivoloso visto
che a quanto pare Ruby non comparirà nella lista dei testimoni che i
pm consegneranno al gip.
Alle deputate, dunque, il premier
chiede una scelta «di coraggio ».E le invita a«difendere in
televisione le nostre ragioni» perché «bisogna reagire a questo
assedio mediatico-giudiziario». «Io-aggiunge-non ho commesso alcun
reato e per questo non mi pento». Anche la telefonata in questura, dice,
«vi assicuro che l’ho fatta in perfetta buonafede
» e «solo per aiutarla». Davvero «credevo fosse la nipote di Mubarak
» e davvero «volevo dare una mano a una persona in difficoltà ».
Fin qui il Cavaliere privato, ben diverso da quello che si presenta
invece davanti a taccuini e telecamere per annunciare la nascita della
Fondazione Franco Zeffirelli. In conferenza stampa, infatti, Gianni
Letta prova ad arginare le domande dei giornalisti invitandoli a
restare sul tema dell’incontro. Un’impresa praticamente impossibile
anche perché Berlusconi non ha alcuna intenzione di sottrarsi.
Anzi. Prima polemizza con un cronista dell’ Unità , poi si paragona
ironicamente al dittatore spagnolo Francisco Franco e infine si
concede una battuta sul caso Ruby: «Oggi sono entrato in Parlamento e
anche la sinistra voleva venire al bunga bunga. In coro mi hanno
accolto al grido “bunga bunga”,che poivuol dire “ andiamo a
divertirci”.Anche loro sono stati conquistati dalla mia visione della
vita».Un Cavaliere di buon umore, dunque. Anche se c’è chi ha
l’impressione che il confine tra l’ironia e un possibile sfogo sulla
magistratura sia labile.
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