Milano - E' stato aperto alla procura del tribunale di Monza un fascicolo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque per l’inquinamento del Lambro provocato dalla fuoriuscita di olii combustibili dai depositi avvenuta ieri.
Aperta l'inchiesta a Monza Fra i primi atti degli inquirenti ci sarà il sequestro dei serbatoi dell’azienda da cui sono stati sversati gli idrocarburi e dei documenti relativi allo stoccaggio dei carburanti. L’azione è stata condotta, secondo gli investigatori, da persone che sapevano come azionare le valvole e sapevano anche quali erano i serbatoi pieni. L’accusa, al momento, è comunque a carico di ignoti. Si attende anche la verifica dei nastri di videosorveglianza della ditta che potrebbero aver inquadrato gli autori del gesto anche se le speranze sono poche in quanto l’unica telecamera dell’impianto, posta sul cancello d’ingresso, è lontana dai serbatoi di stoccaggio.
Lo sbarramento del Po Due sbarramenti con le panne, barriere galleggianti, sono quelle che cercheranno di arginare la marea nera che sta percorrendo il Po, dopo lo sversamento nel Lambro. È la contromisura approntata dalla task force che si è riunita nella Prefettura di Piacenza, con protezione civile e vigili del fuoco. Il doppio sbarramento, come ha spiegato il prefetto di Piacenza Luigi Viana, "da solo non sarà sufficiente, serviranno anche operazione di aspirazione e spurgo". A Piacenza è stata anche predisposta un’ordinanza con divieto assoluto di ogni uso dell’acqua del Po. Non è esclusa nemmeno la possibilità di fermare la centrale idroelettrica di Isola Serafini. La situazione viene tenuta sotto controllo ora dopo ora anche dall’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente.
Nessun pericolo per la sanità pubblica Nessun pericolo per la sanità pubblica sarebbe emerso in relazione alla contaminazione da idrocarburi del fiume Lambro. Ad escludere rischi è stato il comitato provinciale della Protezione civile, presieduto dal prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi che si è riunito questa mattina presso la prefettura del capoluogo lombardo. Durante la riunione è stata esaminata la situazione del fiume, causata "quasi certamente da un atto doloso e, come tale, assolutamente imprevedibile", e ripercorsi gli interventi finora condotti: l’attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi, l’attività di monitoraggio, il pompaggio degli idrocarburi e il posizionamento di barriere e materiali oleoassorbenti.
Da quanto è scaturito nel corso dell’incontro non sono, appunto, emersi "pericoli per la sanità pubblica". È stato, comunque, specificato che "su tale aspetto Regione Lombrdia provvederà ad un’accurata e periodica comunicazione alle diverse fasce di utenti per informarli dell’evoluzione del fenomeno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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