Lampo Contador Ma la Sicilia aspetta Nibali sull’Etna

nostro inviato a Tropea

È il giorno dell'Etna, è il giorno di Nibali. Mezza Sicilia, ma forse sarebbe meglio dire tutta Italia, aspetta il Picciotto di Messina sui suoi tornanti, al cospetto di un vulcano parecchio agitato. Dal punto di vista ambientale, qui tutti assicurano che la situazione è sotto controllo e non presenta rischi. Per la verità anche a Pompei, la sera prima, si dicevano più o meno le stesse cose. Ma non è il caso di lasciarsi prendere dal panico: adesso i vulcanologi sono molto più avanti e molto più affidabili. Si spera.
E' il Nibali-day, ma in gruppo c'è un tizio che s'incarica di animare la vigilia con un numero niente male. Il suo nome è Alberto Contador. Sì, il signore di tutte le classifiche generali s'inventa finisseur di tappa e va a prendersi un po' di secondi, più pesanti per significato che per valore effettivo. Tropea, che già vive di spettacoli tutti suoi, tra mare e cielo, inaspettatamente si concede persino questo: il favorito numero uno che prende a schiaffi la concorrenza su uno strappetto qualsiasi.
Come leggere l'improvvisata? Il titolare dell'impresina è molto solare: «Mi sentivo bene, si è creato il buco giusto, sono andato. Ogni secondo guadagnato al Giro è prezioso». Eppure qui in carovana è tutto un pullulare di suoi esegeti, che spiegano nei modi più pittoreschi il gesto. Evitandoci il fastidio di riproporli tutti, meglio ricordare quello che la Gazzetta scrive proprio in mattinata, sulla salita di Montevergine del giorno prima: «Contador è uscito provato. Teso all'arrivo come mai, per la prima volta in tre anni non ha parlato nel dopogara». Alla faccia del provato. All'indomani c'è uno strappo vista mare e il provato li stacca tutti con una brillantezza fulminante, blitz a sorpresa che gli frutta 12'' di abbuono più 5'' di vantaggio sui rivali. All'imboscata manca soltanto la ciliegia della vittoria, ma quella stavolta è cosa nostra: l'ottimissimo Oscar Gatto, partito appena un attimo prima di Contador, è bravo a reggere nel chilometro finale e a tenersi dietro il molosso che lo insegue. Nelle orecchie di Contador, che a vincere ci terrebbe moltissimo, risuonano le parole solenni di un fine pensatore, il socratico Giovanni Trapattoni: «Mai dire Gatto se non ce l'hai nel sacco».
In ogni caso, forse è finalmente possibile dichiarare ufficialmente aperto il Giro d'Italia 2011. Una settimana dopo, qualcosa si muove. La maglia rosa è ancora poco pregiata, con tutto il rispetto per l'onesto Weening, ma dalla palude di questi giorni comincia almeno ad emergere qualche nome noto. A Montevergine secondo Scarponi, a Tropea secondo Contador. Siamo ancora agli stuzzichini, ma almeno la tavola è apparecchiata.

Qui in zona, tra Stretto e Vulcano, coltivano un sogno: Nibali in rosa questa sera, proprio in cima all'Etna. Gli ho sottoposto il progetto popolare, mi ha risposto come risponde un campione: «La maglia rosa mi interessa tantissimo. Quella di Milano».

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