Roma - Vi è una "esasperazione pericolosa
della polemica politica, della lotta politica in Italia. E bisogna
fermarla". Il severo monito viene dal presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, che l’ha espresso in un’intervista rilasciata al
direttore del Tg2, Mario Orfeo. "D’altra parte non è la prima volta
che lo dico -prosegue Napolitano- Dopo quello che è accaduto ieri
sera a Milano sono costretto a ripeterlo. È stato aggredito e ferito
il presidente del Consiglio e anche se risulterà essersi trattato del
gesto di uno squilibrato dobbiamo esserne tutti ugualmente allarmati.
E quando dico tutti intendo tutti gli italiani che credono nella
democrazia e che voglione vedere garantita nel nostro Paese una
pacifica convivenza civile".
"Moderare le parole" "Dunque il senso delle mie dichiarazioni di ieri sera è
impediamo subito, risolutamente che rinascano forme di violenza che
l’Italia in un passato non lontano ha già conosciuto e duramente
pagato", sottolinea Napolitano ribadendo quanto già affermato ieri
dopo l’aggressione a Berlusconi e aggiungendo: "Il mio appello è
rivolto a tutti, in nome di un dovere di imparzialità che io ho
sempre rispettato e che sono deciso a rispettare. E in questo momento
davvero non ha senso che gli uni diano le colpe agli altri, per il
clima che si è creato, la verità è che se si ha un senso della
comune reponsabilità si deve tornare ad un normale, civile confronto
tra le diverse parti politiche e tra le diverse istituzioni. Bisogna
rispettarsi reciprocamente, bisogna misurare le parole ovunque si
parli, pesare i giudizi e non estremizzarli, si parli nelle piazze,
nei congressi di partito, alla televisione".
"Ciascuno faccia la sua parte" "Faccia ciascuno la sua parte e resti nei limiti del proprio
ruolo, il Paese deve essere governato serenamente, per vedere
affrontati i suoi tanti problemi. All’opposizione tocca, ed è una
funzione essenziale in un sistema democratico, controllare, criticare,
proporre con tenacia in un Parlamento che, come dice la Costituzione,
è eletto per cinque anni. Quindi non si alimenti la tensione nè da
una parte, cercando scorciatoie, nè dall’altra parte, vedendo
complotti, anzichè riconoscere dissensi. Ciascuno faccia la sua parte
restando nei limiti del proprio ruolo che sono fissati in
Costituzione: La politica, il governo, l’opposizione la giustizia e
dunque gli organi preposti all’attività giudiziaria.
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