Lavoro al Sud, governo battuto su mozione Pd

Governo battuto nell’aula della Camera sulla mozione del Pd per le iniziative sull’occupazione del mezzogiorno. L’assemblea ha approvato, con 269 voti a favore e 257 contrari, la parte della mozione su cui il governo aveva espresso parere contrario. Decisive le assenze nella maggioranza

Lavoro al Sud, governo battuto su mozione Pd

Roma - Governo battuto nell’aula della Camera sulla mozione del Pd relativa alle iniziative per per favorire l’occupazione del mezzogiorno. L’assemblea di Montecitorio ha approvato, con 269 voti a favore e 257 contrari, la parte della mozione del Pd su cui il governo aveva espresso parere contrario. Il risultato della votazione è stato salutato da un forte applauso dai banchi dell’opposizione.

Assenze decisive Sono state prevalentemente le assenze nei banchi della maggioranza a determinare il via libera alle parti della mozione del Pd (le premesse e il secondo capoverso del dispositivo) contro il parere del governo. Nelle premesse, fra l’altro, si accusa duramente il governo di aver assunto finora "una strategia sostanzialmente antimeridionalista. I provvedimenti varati sin qui, non ultima la legge finanziaria per il 2010 - si legge nel testo - hanno di fatto azzerato ogni intervento a favore del Mezzogiorno sia in termini di risorse stanziate che di strumenti specifici. Il continuo ricorso al Fas per la copertura di provvedimenti di carattere generale ha determinato nei fatti un’ulteriore divaricazione tra le condizioni economiche e sociali delle zone forti e quelle delle zone deboli. Questa sistematica distrazione di fondi, valutabile nella somma di 35 miliardi di euro, oltre a compromettere il rispetto dell’originario vincolo di ripartizione delle risorse del Fondo (si riconosceva alle regioni sottoutilizzate meridionali almeno l’85 per cento del complesso delle risorse) ha di fatto azzerato le politiche di sviluppo che le regioni del Sud realizzano solo grazie al trasferimento di fondi stanziati dal Governo centrale e dall’Unione europea; a questa sistematica distrazione di fondi, si è aggiunta una miope politica di tagli per gli imprenditori meridionali. In una fase congiunturale così difficile, invece di supportare le imprese del Sud, il governo ha di fatto annullato l’operatività del credito d’imposta per i nuovi investimenti, lasciando le aziende del Sud senza alcuna fiscalità di sviluppo e deprimendo ancora di più le prospettive di crescita delle zone sottosviluppate".

La mozione La parte di dispositivo approvata malgrado il no del governo impegna l’esecutivo "a reintegrare le risorse impegnate del Fas per destinarle a un programma mirato al rilancio del tessuto produttivo meridionale e, conseguentemente, dei livelli occupazionali del Mezzogiorno, ripristinando a tal fine un meccanismo di fiscalità di sviluppo concreto ed efficace quale è l’automatismo del credito d’imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno". Poco dopo, la parte di mozione di Leoluca Orlando (Idv) su cui il governo aveva reso parere contrario non è passata per soli tre voti. Tutti approvati i documenti su cui il governo ha reso parere favorevole.

Via libera, in particolare, all’impegno "a finanziare un piano volto a inserire nel mercato del lavoro almeno 100mila giovani diplomati e laureati delle otto regioni del Mezzogiorno mediante stage presso imprese private, a tal fine prevedendo un compenso mensile a carico dello Stato per un periodo non inferiore a sei mesi, cui aggiungere un incentivo di 3mila euro a favore dell’azienda in caso di assunzione a tempo indeterminato".  

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