"Nato all'incontrario": il libro del collega Francesco Curridori

La storia di un uomo (non più) giovane che ogni giorno è chiamato a scegliere testardamente di vivere, anche nei momenti più bui e dolorosi della propria vita

"Nato all'incontrario": il libro del collega Francesco Curridori
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Nato all’incontrario” è la storia di Francesco Curridori, un mio amico di lunga data, un nostro collega molto testardo, e un (bel) po’ sfortunato che, nel corso dei suoi 40 anni, scopre improvvisamente di essere in realtà molto fortunato. È la storia di un uomo (non più) giovane che ogni giorno è chiamato a scegliere testardamente di vivere, anche nei momenti più bui e dolorosi della propria vita. È un uomo che nasce all’incontrario perché, sin dalla nascita, soffre di una patologia cardiaca chiamata “trasposizione delle grandi arterie”. Da quel momento, per lui, inizia una sfilza di ricoveri ospedalieri e interventi chirurgici a cui, all’età di circa tre anni, si aggiunge una condizione di disabilità: la paralisi del lato destro del corpo. La sua determinazione, o testardaggine, lo portano a non rinunciare mai al suo sogno: diventare un cronista politico-parlamentare.

Dopo un’infanzia trascorsa tra la sua terra natìa, la Sardegna, e Genova, la città che lo ha curato e adottato, si trasferisce nella Città Eterna, Roma, che gli ha donato un ‘cuore nuovo’. Il trapianto cardiaco è l’evento che segna profondamente la sua vita e lo trasforma radicalmente. Il libro non si limita a descrivere minuziosamente la cartella clinica di un disabile, ma racconta le gioie, i dolori, le difficoltà e i tormenti interiori di un uomo che, arrivato ai 40 anni, si rende conto che la sua vita è molto più bella di quanto si possa immaginare. La passione per il Milan, la passione politica, la fede, gli amici, l’amore per il giornalismo e persino gli amori non corrisposti: tutto concorre a far vedere il proprio percorso di vita “all’incontrario”, ossia da una prospettiva totalmente opposta rispetto a cui umanamente saremo abituati a vederla. La rottura netta e definitiva del paradigma mentale in base al quale si dovrebbero affrontare determinati temi irrompe bruscamente più e più volte nel libro che, a tratti, assume più i contorni di un testamento morale della propria esistenza.

Francesco è una di quelle che persone che, quando stai di fronte a loro, ti fanno sentire

piccoli e stupidi. E non perché ti sbatte in faccia la disabilità, ma perché ti fa rivalutare il significato profondo di parole come fatica, problemi, ostacoli. Francesco è un inno alla vita, alla perseveranza, alla dedizione.

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