Leucemia, in un mese sette bimbi ricoverati

Sette casi di leucemia acuta in poco più di un mese. Oltre ai tre alunni della scuola elementare di via Corridoni, ci sono altri quattro minori colpiti dal tumore. Tra questi un ragazzino residente in zona Certosa e la sorellina di uno dei tre scolari, una bimba di due anni che non frequenta l’istituto. Tutti i malati, le cui diagnosi sono avvenute tra il 14 dicembre e il 22 gennaio, sono seguiti dai medici della clinica pediatrica dell’ospedale San Gerardo di Monza, struttura di riferimento per la leucemia infantile in Lombardia. Si tratta, secondo il direttore del servizio di epidemiologia dell’Asl di Milano, Luigi Bisanti, di una «concentrazione eccezionale di casi che rende doverose le indagini in corso sui fattori di rischio e su ipotetici legami con l’ambiente in cui i piccoli di via Corridoni hanno vissuto. Anche se - precisa - occorre tenere presente che situazioni simili vengono segnalate con una frequenza ciclica di uno o due anni in diversi punti del mondo».
Quel che stupisce è che sette casi in un mese sono una media impressionante, rispetto ai circa 8-12 casi registrati solitamente nell’arco di un intero anno. Nel 2006 sono stati diagnosticati 12 casi di baby pazienti colpiti dalla leucemia. Gli esperti invitano alla cautela, anche se i «motivi di preoccupazione non sono infondati».
Intanto si cerca di fare chiarezza sui tre casi dell’istituto Cuoco Sassi di via Corridoni. I tre bimbi malati stanno meglio e reagiscono «magnificamente» alle terapie contro la leucemia. Ma sono ancora da accertare le cause. Si è trattato di una semplice coincidenza o c’è un fattore comune? Le risposte arriveranno entro la metà di aprile. Il gruppo di lavoro, costituito da medici, genitori e insegnanti, è già al lavoro per analizzare tutti i fattori di rischio: dall’esposizione a raggi x e campi elettromagnetici, all’inalazione di benzene o sostanze tossiche, dai fattori genetici. Verranno messi sotto esame tutti i luoghi frequentati abitualmente dai tre bambini per verificare la presenza di materiali e sostanze pericolose. E giovedì cominceranno le interviste alle famiglie con la compilazione di questionari dettagliatissimi, utili a individuare un denominatore comune. Il piano con il calendario delle rilevazioni è pubblicato sul sito dell’Asl e verrà aggiornato in tempo reale fino alla conclusione delle indagini. Come è immaginabile, la preoccupazione a scuola è alta: «I genitori degli allievi stanno passando settimane terribili - osserva Bisanti - ed è nostro dovere portare avanti delle misurazioni oggettive e una rassegna documentata su quanto accaduto». Per ora i medici sconsigliano di far fare ai compagni di classe inutili esami del sangue. «Non sappiamo ancora quali elementi siano da cercare nei campioni prelevati». Il direttore generale dell’Asl Walter Locatelli assicura «la massima trasparenza e precisione nell’approfondire ogni campo». A giudicare buono il metodo di lavoro scelto per scoprire cosa sta all’origine dei casi di leucemia è Luigi Macchi, dirigente regionale dell’unità organizzativa di Prevenzione.

«Si lavora nella logica della trasparenza - spiega - Il rigore scientifico ci ha portato a confezionare un protocollo che nulla ha da invidiare a quelli europei o americani. Sulla base dei risultati ottenuti, valuteremo i provvedimenti da attuare».

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