Levaggi, il Moser del Tigullio che ha vinto all’ultima volata

(...) Adriano Remezzano, la querela per diffamazione, le accuse di essere un cementificatore: nulla lo ha scalfito. Levaggi è andato avanti per la sua strada, ha parlato al cuore dei chiavaresi puntando sulla questione morale e stringendo un accordo con i «nemici del cemento» di Legambiente.
Agostino ha provato ad aggrapparsi agli ultimi spuntoni di roccia. Lo ha sfidato in un faccia a faccia, quasi un duello da far west, schiena contro schiena, dieci passi e poi «bum». Levaggi ha capito il tranello e ha rifiutato. Un assist gli è arrivato anche dal centrosinistra e dal suo candidato Giorgio Getto Viarengo che al primo turno ha superato il 23 per cento e subito dopo ha dato libertà ai suoi elettori invitando, comunque, a non votare per il sindaco uscente. Le teorie complottiste che vedevano il centrosinistra compatto nel votare Agostino, aspettando una sua condanna per poi tornare alle urne nel giro di un anno, sono state smentite.
Qualche timore è arrivato dall’affluenza ai seggi che non accennava a salire, rendendo ancora più imprevedibile la sfida. Alla fine ha votato il 49,71 per cento degli elettori, tredici punti in meno rispetto al primo turno. Il candidato del centrodestra ha seguito lo spoglio in casa tramite l’emittente televisiva Telepace. Poi è sceso con gli amici nel point di corso Garibaldi. Un locale di fronte a quello del suo sfidante, manco a farlo apposta. Alla fine la festa, con un corteo scarica tensione: «In questa vittoria - ammette - c’è anche un pizzico di fortuna, ma partivo dal 27 per cento e arrivare al 50 vuol dire aver recuperato molto. È andata bene», si lascia scappare quasi tirando un sospiro di sollievo. Ci ha sempre creduto: «Ero moderatamente ottimista e girando per la città sentivo la voglia di cambiamento. Da un lato, però, mi spaventava la disaffezione nei confronti dei partiti e Agostino, sostenuto da due liste civiche, poteva essere avvantaggiato. Comunque - rimarca con orgoglio - sono l’unico sindaco in Italia del Pdl che batte un primo cittadino uscente».
Di questi due mesi in mezzo alla gente porta nel cuore gli incontri con i giovani delle parrocchie: «Ho notato che avevano voglia di capire, leggevano il programma, si informavano, avevano molte pretese». Il frame da rimuovere è quello degli attacchi personali, «ma è acqua passata e poi si sa che al ballottaggio ci sono scorrettezze, spesso create dagli staff». Nell’agenda dei prossimi mesi c’è una priorità: il rilancio di Chiavari, per farla tornare il comune capofila del Tigullio.
Non solo. Ci sono la questione del tribunale, il park dell’Orto, il caso Lames. Ma anche un Piano urbanistico comunale le cui linee guida verranno redatte già nei suoi primi cento giorni. Da oggi penserà alla giunta.

Non si sbilancia ma fa capire che Fiammetta Maggio e Pierluigi Piombo ci saranno, quest’ultimo forse nel ruolo di suo vice. È felice Levaggi: «Mi sento come Moser quando tutto sporco di fango arrivava sfinito al traguardo».

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