L'ex legale di Ruby: "I 5 milioni dal Cav? Sono solo fantasie"

L'ex legale di Ruby, Luca Giuliante, rivela: "La ragazza parla di soldi? Una battuta o un desisderio". Poi spiega: "Ha solo 18 anni, denuncia i limiti della sua età"

L'ex legale di Ruby: 
"I 5 milioni dal Cav? 
Sono solo fantasie"

Milano - Una risata. L’avvocato Luca Giuliante, fino a qualche mese fa, era il legale di Karima El Mahroug. È stato lui a seguire le pratiche per l’affidamento della ragazza, prima che la bufera scoppiasse. Nell’intercettazione del 28 ottobre 2010 riportata nell’invito a comparire per Silvio Berlusconi, Ruby dice che «con il mio avvocato gli abbiamo chiesto (al Cavaliere, ndr) 5 milioni in cambio del fatto che io passo per pazza, che racconto solo cazzate». Ecco, all’epoca di quella conversazione l’avvocato di cui parla la giovane marocchina era ancora Giuliante. E per questo, ora, ride.

Avvocato, cosa pensa di questa telefonata?
«Dev’essere la proiezione di un desiderio elaborato dalla sua fantasia. Anch’io, quando gioco al Superenalotto, mi immagino come sarebbe vincere certe cifre».

Ha mai fatto da intermediario tra Ruby e Berlusconi?
«Ma figuriamoci».

È così impossibile?
«Al massimo poteva chiedere un favore a me, ma certo non chiedere di averne attraverso me».

In un’altra telefonata (è il 26 ottobre), Ruby racconta che lei le avrebbe spiegato dell’urgenza di «trovare una soluzione, perché tu eri minorenne, e adesso siamo tutti preoccupatissimi».
«Ma dai! Per quel che ne so, non c’era e non c’è alcun motivo per essere preoccupati».

Intercettazione del 26 ottobre. Berlusconi, secondo le parole della ragazza, le avrebbe fatto questa proposta: «Dille (a Ruby, ndr) che pagherò il prezzo che lei vuole...».
«(Giuliante ride ancora). Io e il presidente del Consiglio a parlare di una cosa simile? Ripeto, Ruby attraverso me non poteva chiedere favori a nessuno, né cinque o 50 euro che fossero, tantomeno cifre che non riesco neanche a immaginare».

Perché allora ha detto quelle cose?
«Non ne ho davvero idea. Quello che posso pensare - e sia chiaro lo dico in modo benevolo, vista l’amicizia che ci lega - è che Ruby è una ragazza di appena 18 anni che vive in un mondo senza punti di riferimento, incluso il valore delle parole. Le sue dovevano essere solo delle battute».

Altra telefonata del 26 ottobre. Parla Ruby. «Io frequento casa sua (di Berlusconi, ndr) da quando c’avevo 16 anni».
«Tendo ad escluderlo. Da quanto ne so, Ruby è arrivata a Milano nel dicembre del 2009, e credo che prima di allora non abbia mai frequentato la casa del premier».

Però ad Arcore c’è andata.
«Non so quando e quante volte sia stata a villa San Martino. Ma non mi sorprende che si potesse credere che fosse una 24enne».

Che idea si è fatto della ragazza?
«Dopo averla assistita, abbiamo maturato un rapporto di affetto e amicizia. Ma è chiaro che denuncia tutti i limiti della sua giovane età. E ora è vittima di una vicenda più grande di lei».

Sarà pure giovane, ma non sembra affatto ingenua.
«Il suo è più che altro un atteggiamento. È una 18enne che non ha avuto una vita facile, ed è stata costretta a crescere rapidamente. Ma conoscendola, la sostanza è un’altra. E cioè che è e resta una ragazza di 18 anni».

Per quale ragione ha lasciato la sua difesa?
«Gliel’ho scritto in una lettera a fine ottobre.

Sui giornali stavano uscendo le prime notizie riguardo al fascicolo aperto dalla procura di Milano. E io, in altri procedimenti, sono stato il legale anche di Lele Mora (sotto inchiesta in questa indagine, ndr). Era opportuno un passo indietro».

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