Tripoli - Nella notte la coalizione internazionale ha sferrato altri tre attacchi su Tripoli, dopo quello di domenica sera che ha centrato il bunker di Gheddafi. Fuoco anche su Sabah, nel centro del paese, e Sirte, città natale del raìs. Gheddafi risponde ancora una volta schierando gli "scudi umani" e martellando Misurata, a 200 km a est della capitale, che secondo un portavoce governativo, è tornata sotto il controllo dei lealisti. Un attacco della coalizione internazionale è stato fatto anche su centri radar e basi per la difesa aerea situati nella Libia orientale, a poca distanza da Bengasi, roccaforte degli insorti.
Tripoli sotto attacco Con il calare delle tenebre prende forza l'operazione Odissey Dawn. I caccia della coalizione tornano a colpire la capitale. E forti si alzano le risposte della contraerea del raìs. Forti esplosioni risuonano vicino al bunker di Gheddafi a Bab el Azizia, un sobborgo di Tripoli. Anche una base della marina libica situata circa 10 chilometri a est della capitale è stata colpita da bombardamenti questa sera. Lo riferiscono testimoni che hanno visto fiamme alzarsi dalla base. Il portavoce del governo libico ha affermato che la coalizione internazionale ha colpito diversi porti e l'aeroporto a Sirte, provocando molte vittime. E inoltre ha bombardato la città di Sabah, roccaforte della tribù cui appartiene Gheddafi, nel sud della Libia (circa 750 chilometri a sud di Tripoli).
Intelligence inglese L'edificio all'interno del compound del leader libico a Tripoli bombardato ieri notte è stato individuato da uomini delle forze speciali britanniche Sas che hanno fornito al sottomarino della Royal Navy le coordinate per il lancio di un missile. Lo scrive il London Evening Standard. Le truppe d'elite, che comunicano le informazioni raccolte con sistemi laser e Gps a un centro di comando, sono parte della strategia alleata per distruggere le difese antiaeree del colonnello, i suoi sistemi di comunicazione e per fermare gli assalti ai ribelli.
Gheddafi bombarda Le forze del regime bombardano da alcune ore la città di Zintan, in Libia occidentale. E le truppe di Gheddafi hanno sparato sulla folla a Misurata: almeno 30 morti e centinaia di feriti. "La gente è scesa in strada e si è riversata in centro, disarmata, nel tentativo di evitare che le forze di Gheddafi entrassero in città" ha raccontato la fonte. "Quando si sono raccolti in centro, le forze di Gheddafi hanno cominciato a sparare con l’artiglieria e armi da fuoco. È Stato un massacro. L’ospedale ci ha riferito che almeno nove persone sono rimaste uccise". Misurata è stata isolata dalle truppe di Gheddafi e quindi non è stato possibile verificare la notizia con conferme indipendenti. Poi in serata l'annuncio del governo: "Misurata è stata liberata".
Scudi umani a Misurata Le forze pro-Gheddafi stanno portando a Misurata civili da città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha detto un portavoce degli insorti. Un testimone racconta alla Cnn che Misurata "viene distrutta e rasa al suolo mentre parlo. Gheddafi sta usando carri armati e cecchini per terrorizzare la città. Stanno sparando alla gente". La Cnn precisa di non poter confermare da fonti indipendenti il resoconto. Se confermato, il racconto del testimone denuncerebbe un'altra violazione al cessate il fuoco annunciato domenica sera dal regime di Tripoli.
Pilota italiano: "Abbiamo solo pattugliato" "Nell’operazione di ieri sera abbiamo solo pattugliato nei cieli della Libia e non abbiamo ritenuto di lanciare missili antiradar": lo ha detto il maggiore Nicola Scolari, uno dei piloti dei sei Tornado che ieri sera sono decollati dalla base militare di Trapani Birgi per raggiungere la zona di Bengasi. "È stata una missione di pattugliamento in cui eravamo pronti a reagire per sopprimere radar -ha aggiunto- ma ieri non abbiamo verificato presenza di radar nemici e così non abbiamo ritenuto di lanciare missili".
Maroni: "C'è il rischio di terroristi infiltrati tra i profughi" Il rischio di terroristi o criminali "infiltrati" tra i libici in fuga esiste: così ha risposto il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Abbiamo avuto segnalazioni da servizi europei su rischi di questo tipo e quindi l’attenzione è molto alta" perchè esiste "la possibilità che dalla Tunisia arrivi qualcuno legato al mondo della criminalità o, peggio, del terrorismo". Per questo motivo "i controlli sono stati elevati" e hanno "durata maggiore che in passato". Voci sulla morte di Khamis Gheddafi Il sesto figlio di Gheddafi, Khamis, sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell’aviazione libica passato con l’opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia, che sta già facendo il giro dei media arabi, è stata smentita da una fonte del governo libico: "È assurda". Sesto dei figli del colonnello, aveva il grado di capitano dell’esercito ed era responsabile del reclutamento e dell’addestramento dei soldati mercenari africani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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