Libia, Gheddafi ora si fa vivo con una lettera Intanto suo figlio Saadi è scappato in Niger

Il Colonnello ha indirizzato la lettera all tv al-Rai: "Il nostro Paese non cadrà in mano ai colonizzatori". Intanto le banche libiche stanno togliendo dalla circolazione le banconote da 50 dinari con le effigie dell'ex raìs. Saadi Gheddafi, figlio "calciatore", è fuggito in Niger

Libia, Gheddafi ora si fa vivo con una lettera 
Intanto suo figlio Saadi è scappato in Niger

Tripoli - Il rifugio di Gheddafi resta un mistero. Intanto il Colonnello torna a farsi sentire. Stavolta niente messaggi video né audio ma una lettera. Probabilmente l'ex raìs non è più in grado di comunicare con i moderni mezzi tecnologici. O, forse, non vuole lasciare tracce per evitare di essere catturato. A darne notizia è l'emittente satellitare siriana al-Rai, che sta mandando in onda diversi filmati di propaganda del regime libico. A un certo punto le immagini si sono interrotte ed è apparso in video l’editore, Michane Al Joubouri, che ha detto: "È la prima volta che il leader Gheddafi ci chiede di leggere una lettera al popolo libico. Era previsto ieri sera un suo discorso televisivo, ma per motivi di sicurezza è stata rinviata la produzione di questo messaggio per permettere al leader della rivoluzione di guidare la resistenza in mezzo al suo popolo, non in Niger, non in Venezuela, ma in Libia, convinto che la vittoria sia alleata del popolo libico".  

Quello di Gheddafi è un appello al sentimento nazionale: "Il paese non cadrà di nuovo in mano ai colonizzatori, non ci resta che combattere fino alla vittoria per sconfiggere questo golpe. La situazione è ormai chiara, è in atto un tentativo di golpe per fa tornare la Libia a ciò che era prima della rivoluzione. Vogliono far cadere il paese in mano alle compagnie petrolifere straniere. Il popolo - ha aggiunto Gheddafi - non ha che una scelta da fare, quella di respingere questo golpe, perchè non possiamo sottometterci alla Francia. Non possiamo consegnare la Libia ai colonizzatori un’altra volta e non ci resta che combattere fino alla vittoria e sconfiggere questo complotto".

Accanto all'abbattimento delle statue c'è un altro segnale che simboleggia la fine di una dittatura. In Libia siamo già alla fase due: via le effigie del colonnello dalle banconote. "Le banche si sono accordate per cominciare a rastrellare le banconote da 50 dinari e restituirle alla banca centrale che deciderà cosa farne", ha dichiarato Talal al Dhaguissi, responsabile di una banca in Piazza dei Martiri (la ex Piazza verde) a Tripoli. La banconota vale circa 40 dollari ed è il taglio più grosso tra quelle che circolano in Libia. Gheddafi vi compare con gli occhiali e in abiti tradizionali. Introdotta nel 2008 alla vigilia dell’anniversario del colpo di Stato che portò al potere il rais. Ma i libici come hanno reagito alla notizia? Apparentemente bene. Ormai il raìs, nonostante i messaggi audio che, ogni tanto, arrivano da chissà dove, fa parte del passato. "Non si può cacciare Gheddafi e conservare la sua immagine sulla nostra moneta", ha commentato un notaio tripolino, Rashid Ratibi. Ma anche le classi sociali meno ricche la pensano allo stesso modo. La normalizzazione della Libia, strano a dirsi, passa anche dalle nuove banconote.

Non si sa ancora se Gheddafi sia nascosto in Niger. Giorni fa circolava questa voce, poi smentita. Si sa per certo, però, che il terzo figlio dell'ex leader libico, Saadi, l'ex calciatore del Perugia ai tempi di Gaucci, è riuscito a fuggire in Niger, dove si trova da ieri, evitando di cadere nella morsa dei combattenti dell’opposizione che stringono ormai d’assedio le ultime roccaforti del rais, Sirte e Bani Walid. Le forze di sicurezza nigerine hanno intercettato un convoglio proveniente dalla Libia. "Una nostra pattuglia delle Forze armate ha intercettato un convoglio nel quale si trovava uno dei figli di Gheddafi", ha detto il ministro della Giustizia e portavoce dell’esecutivo di Niamey, Marou Amadou, precisando che si tratta di Saadi. Il convoglio si è diretto verso Agadez: "Non è escluso che entro oggi arrivi a Nuamey", ha aggiunto il ministro.

Ieri il primo ministro del Consiglio nazionale di transizione libico, Mahmoud Jibril, ha annunciato che un nuovo governo più inclusivo sarà formato entro una settimana, dieci giorni". "Questo nuovo governo comprenderà rappresentanti delle differenti regioni libiche, avrà il compito di applicare le decisioni del Cnt e lascerà il posto a un altro esecutivo che sarà formato dopo la liberazione totale della Libia", ha aggiunto Jibril.

Secondo quanto ha spiegato il premier del Cnt, la battaglia per la liberazione del paese "è ancora in corso" e "i rivoluzionari combattono ancora su molti fronti". Da ieri, infatti, sono in corso violenti combattimenti in diversi quartieri di Bani Walid anche se l’offensiva finale non è ancora iniziata: il Cnt ha lasciato ai comandanti sul campo la decisione sulla tempistica e la modalità delle operazioni. I combattenti dell’opposizione proseguono inoltre la loro marcia di avvicinamento verso Sirte. Appostati ieri a una sessantina di chilometri dalla città natale del rais, i ribelli hanno guadagnato altri cinque chilometri nella Valle Rossa. Migliaia di uomini, con circa 200 mezzi equipaggiati con artiglieria leggera, si stanno muovendo invece da Misurata.

Da questo fronte le forze di opposizione hanno già raggiunto la città di Isha, l’ultimo grande centro urbano prima dell’arrivo a Sirte. Ci si prepara, oramai, verso l'ultima battaglia. Quella finale. Intanto prosegue la caccia a Gheddafi...

 

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