Lite automobilistica o vendetta? Marocchino ucciso a coltellate

La vittima, 24 anni, regolare in Italia, inseguito per un chilometro e poi raggiunto e ucciso al distributore

Freddato con due coltellate. I fendenti inferti con inaudita ferocia non gli hanno dato scampo. Sono da poco passate le venti di ieri sera a Paderno Dugnano, quartiere Villaggio Ambrosiano. La vittima, un marocchino di 24 anni, è lì riverso sull’asfalto in un lago di sangue. Sul piazzale del distributore di benzina Agip, sulla Vecchia Comasina. Davanti alla vecchia fabbrica Tonolli.
Il movente dell’omicidio ancora tutto da scoprire. Al momento, gli inquirenti ragionano solo su un ventaglio d’ipotesi. Stando alle poche indiscrezioni, sembra che l’extracomunitario fosse a bordo di una Fiat Punto bianca con un connazionale. Stava percorrendo il vialone, quando ha incrociato un’utilitaria. Tra i conducenti delle due auto sarebbe nato un violento alterco, forse per una mancata precedenza. Poi il marocchino è ripartito, ma l’avversario non ha mollato la presa e lo ha tallonato per almeno un chilometro.
A questo punto la vittima si è immesso nel piazzale della stazione di servizio. Velocissimo ha mollato il mezzo e ha cominciato a correre: inutile. Voleva infilarsi nel lavaggio. Le coltellate lo hanno raggiunto prima. La lama, gli ha trapassato l’emitorace sinistro. Se così fosse, il giovane avrebbe pagato con la vita un piccolo sgarbo. Un diverbio finito nel peggiore dei modi. In ogni caso gli investigatori del reparto operativo di Monza e quelli di Desio, non scartano neppure l’ipotesi del regolamento di conti. L’assassino, infatti, secondo la testimonianza di chi era con la vittima, potrebbe essere un albanese o comunque un uomo d’origine slava. Spietato, senza scrupoli, a giudicare dalla violenza dei colpi inferti. Capace di uccidere a sangue freddo. Capace di stroncare per sempre la vita di un giovane con un coltellaccio che portava in auto.
Non ci sono testimoni, nessuno ha visto, nessuno ha sentito, nessuno è stato in grado di raccontare qualcosa agli uomini del colonnello Alfonso Manzo. Per tutta la notte gli investigatori, coordinati da Giovanni Gentile, il sostituto Procuratore di Monza incaricato di seguire il caso, hanno messo sotto torchio l’amico della vittima: solo lui potrebbe svelare quel particolare, quel dettaglio, in grado di dare la svolta decisiva per arrivare alla cattura del feroce assassino. In ogni modo se fossimo di fronte ad un omicidio premeditato allora il marocchino compagno d’avventura del ventiquattrenne, potrebbe decidere di tenere la bocca cucita per paura.

Fino a tarda sera, si è limitato a raccontare che Dris Jamal Elidrissi, in Italia dal 1997 con regolare permesso di soggiorno, sarebbe stato ammazzato «per futili motivi». Le indagini per risolvere il giallo si annunciano complesse: l’assassino si è dileguato senza lasciare traccia. Forse i carabinieri sanno solo con quale auto ha preso il largo.

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