Il Loazzolo secondo Isolabella

L oazzolo è un piccolo comune piemontese che ha un piccolo record enologico: vanta infatti la più piccola doc italiana, appena 3 ettari. Un angolino tra le Langhe albesi e le Langhe astigiane che grazie alla quota di 600 metri fornisce vini dalla spiccata silhouette aromatica.

L'enfant du pays è il Moscato ma l'azienda Isolabella della Croce, della famiglia che ha inventato il celebre «Amaro 18», puntano forte soprattutto sul Pinot Nero, che qui ha un acino più piccolo e dalla buccia più spessa. Qui il vitigno borgognone considerato il più estroso e «femmina» dei rossi viene coltivato in quattro vigne con esposizioni differenti. L'idea di trarne almeno un «cru» corteggia da tempo l'enologo Andrea Elegir. Ma per ora viene prodotta una sola etichetta, la Bricco di Falco che fa dai 18 ai 24 mesi di legno di secondo e terzo passaggio. Noi abbiamo assaggiato l'annata 2013 trovandola al contempo seducente ed estroversa.

Degli altri vini segnaliamo: il metodo classico da uve Chardonnay, sapido e nervoso; il Sauvignon blanc prodotto nella Vinooxygen, una botte innovativa brevettata da Andrea che consente di non travasare il vino durante i vari passaggi produttivi, con ciò diminuendo il contatto con

l'ossigeno che inevitabilmente intacca il corredo aromatico; il Nizza docg Augusta da uve Barbera; il Moscato d'asti docg Valdiserre, perfetto per un abbinamento con un formaggio anche cremoso; e il vendemmia tardiva Solìo.

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