Luci e ombre della piccola nautica

La piccola nautica, costituita da imbarcazioni inferiori ai 10 metri in vetroresina o pneumatiche, si è presentata a Genova ben organizzata anche per ciò che riguarda le politiche di pricing e i finanziamenti. I problemi delle piccole imprese

Luci e ombre della piccola nautica

di Lorenzo Selva*

A meno di una settimana dalla fine del 50° Salone Nautico Internazionale di Genova, anche la piccola nautica prova a fare un bilancio. Coerentemente con quanto evidenziato a livello generale, anche in questo segmento la rassegna sembra aver premiato i produttori che si sono maggiormente impegnati nel corso dell’anno per presentare prodotti nuovi, soluzioni innovative sotto il profilo tecnico, estetico e costruttivo, con particolare riguardo allo sfruttamento degli spazi. La piccola nautica, costituita da imbarcazioni inferiori ai 10 metri in vetroresina o pneumatiche, si è presentata a Genova ben organizzata anche per ciò che riguarda le politiche di pricing e i finanziamenti, proponendo prodotti con un eccellente rapporto qualità-prezzo e soluzioni di pagamento particolarmente interessanti, strumenti grazie ai quali sono stati raccolti ordini in un numero più che soddisfacente. Al contempo, il Salone Nautico ha messo in luce come la crisi non sia del tutto alle spalle e come sia in atto una sorta di selezione naturale tra i produttori, destinata necessariamente a perdurare per tutto il prossimo inverno. Segnali di questa evidenza possono essere rintracciati nel fiorire a Genova di espositori - la maggior parte non legati all’associazione confindustriale - che hanno promosso vendite dirette ai consumatori finali. Un metodo commerciale del tutto legittimo, ma che rischia di causare ricadute sui concessionari e, soprattutto, di mettere i clienti nella condizione di acquistare un’imbarcazione senza la certezza di un adeguato servizio di assistenza sul territorio e garanzie post vendita. Questo è un indice di come i segnali di ripresa del mercato nel segmento della piccola nautica, seppur presenti, non siano ancora del tutto solidi. Al Salone, inoltre, è emerso come la fascia più in difficoltà per le piccole imbarcazioni sia quella entry-level, ovvero quella relativa a prodotti a motore sotto i 5 metri (diverso il discorso per i gommoni della stessa dimensione), mentre hanno ottenuto riscontri incoraggianti in termini di vendite le barche di dimensione compresa tra i 5,5 e i 10 metri, caratterizzate dal design innovativo e dalla presenza di soluzioni tecnologiche avveniristiche. Risulta pertanto evidente che non tutte le aziende di questo segmento saranno in grado di assumere un ruolo significativo nel rilancio del settore e che l’Italia, che vive un’assoluta anomalia nel panorama produttivo della piccola nautica, in primo luogo rispetto al resto d’Europa, dovrà inevitabilmente vedere ridotta la costellazione di piccole imprese locali che operano nel settore, a vantaggio di una maggiore selezione di quelle più competitive. Questo processo, già verificatosi negli ultimi 10 anni nei principali mercati Ue (Francia, Paesi Scandinavi, Regno Unito, Germania), ha portato le aziende straniere a essere più concorrenziali e ad ampliare i volumi produttivi.

È auspicabile che lo stesso risultato si raggiunga in Italia, dove la frammentazione strutturale dell’offerta rappresenta un rilevante ostacolo alla competitività e al raggiungimento delle economie di scala.
* vicepresidente Ucina e presidente Icomia  

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