Lula: "Facciamo luce sui crimini della dittatura"

Il presidente brasiliano vuole indagare sul passato recente del suo Paese: i vent'anni di governo dei militari

Fare luce sugli anni del terrore. E' quanto chiede al Brasile il presidente Lula. La stagione è quella cupa della dittatura militare che durò dal 1964 al 1985. Secondo dati ufficiali, le persone incarcerate nel ventennio furono 50 mila, 20 mila quelle torturate. Numeri che danno l'idea della ferita ancora aperta nella società brasiliana. Quattrocento oppositori furono uccisi, ottantasette sarebbero i desaparecidos. E fra i casi da chiarire c'è anche quello di un italiano: Libero Giancarlo Castiglia, italiano di San Lucido (Cosenza) che nel '73 morì combattendo la dittatura nelle file della guerriglia comunista. Ora Lula allinea il Brasile agli altri paesi sudamericani che da tempo hanno aperto indagini sul passato più oscuro. Per il presidente è «valsa la pena» lottare contro le dittature. Fra gli oppositori che hanno conosciuto l'orrore delle scariche elettriche c'è anche Dilma Rousseff, oggi numero due del Governo.

«Se in quel periodo Dilma fu arrestata e torturata da qualcuno che riteneva che la sua lotta fosse finita - ha detto Lula - allora oggi voglio sottolineare che lei è la possibile candidata alla Presidenza del Pt», il partito Trabalhista.

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