La magia del Kenya in un safari all'ombra del Kilimangiaro

Lontano dalla costa e dal fanatismo religioso, un viaggio indimenticabile tra i baobab della savana e tanti animali

La magia del Kenya in un safari all'ombra del Kilimangiaro

Safari in swahili significa viaggio. Ma nel cuore del continente africano viaggiare non significa necessariamente raggiungere una meta. Bastano poche ore dall'arrivo all'aeroporto di Keekorok, nel Masai Mara National Park, dove l'unica pista d'atterraggio è in terra battuta, e l'Italia, d'un tratto, è lontana anni luce. Si parte in fuoristrada quando il cielo è ancora buio e le ultime stelle lentamente si spengono. Quando s'ode per chilometri l'agghiacciante ruggito del leone vittorioso che inizia a sbranare la sua preda.

Sulle verdi colline del Kenya «il tempo» racconta Hemingway, «diventa immobile». E alle prime luci dell'alba l'emozione è travolgente. La terra all'improvviso s'incendia e la vita, pigramente, ricomincia. Le scure acacie si tingono di rosa, impala e gazzelle si rincorrono ovunque, branchi di zebre pascolano tranquille. Gli elefanti si rotolano nel fango.

Non è facile spiegare perché ci s'innamora di una terra straordinaria e selvaggia come il Kenya. Un Paese che sorprende anche chi l'ha visitato più volte. Forse perché in questa porzione di mondo la Natura è ancora sovrana. Forse perché si tratta di un itinerario a ritroso nel tempo, alla ricerca delle nostre origini. Forse perché il giardino dell'Eden era qui, perché proprio nel cuore dell'Africa è cominciata, milioni d'anni fa, l'umana avventura.

«Hakuna matata» (non c'è problema) ripetono i ranger. Hakuna matata, la caccia - fotografica - ha inizio. All'inseguimento dei big five, i grandi mammiferi che popolano la savana. L'occhio subito si perde nell'immensità dell'orizzonte. E il safari diventa emozione pura. Ricerca, scoperta, nostalgia, una sensazione difficile da definire. Il primo sintomo del mal d'Africa. Un virus difficile da curare al rientro.

Il bush però è anche terra di masai, gli altissimi abitanti di queste lande secche e sconfinate. Per salutare gli ospiti saltano, chi salta più alto merita l'attenzione e il prestigio della comunità. Le capanne di fango e sterco d'elefante sono disposte a cerchio per proteggere uomini e cose dai vortici d'aria che continuamente si formano. Guerrieri e pastori dal portamento fiero sono ancora, in largo numero, nomadi o seminomadi. La loro ricchezza consiste nelle mucche, il nutrimento latte e sangue mescolati assieme. Per i masai la terra è sacra al punto che non può essere profanata. Neppure per coltivare o scavare pozzi. O per seppellire i defunti: i corpi senza vita vengono lasciati in pasto agli animali della savana. Al contrario degli eterni rivali, i kikuyu, stanziali e contadini.

Il Kenya vanta un paesaggio estremamente vario, sempre a tinte forti. Al Masai Mara, che due volte l'anno è anche teatro della Grande migrazione - quando milioni di animali all'unisono si spostano dagli altopiani dorati ma secchi alle praterie erbose del Serengeti - si alternano la Great Rift Valley, la scenografica regione dei laghi, il monte Kenya, dimora di Ngai, il dio dei kikuyu e il Kilimangiaro il più grande vulcano spento del pianeta, eternamente corrucciato, dove la neve è perenne.

Il Kenya oggi però è anche un paese emergente dall'economia in rapida crescita e fortemente impegnato a garantire la sicurezza. «Il Kenya ha tutte le carte in regola per diventare il primo tra i paesi africani nel settore turistico, agricolo e manifatturiero» conferma Roberto Marini, unico italiano al Ministero del Turismo keniota. Un obiettivo che presto potrebbe diventare realtà.

Consigli di viaggio: Mara Sands River Camp, nel Masai Mara National Reserve, al confine con il Serengeti. In raffinato stile coloniale è il posto giusto da cui godere della Grande migrazione. Tre giorni di safari con voli interni e pernottamento da 2.100 euro (www.chelipeacock.com). All'Amboseli o al Nairobi National Park si dorme in tenda ai Porini Camp tra antilopi e rinoceronti. Una parte del ricavato viene devoluta a progetti per il territorio. Da 370 euro a notte (www.porini.com). A Nairobi: Hotel Dusit2D di design contemporaneo.

Brussels Airlines opera 5 voli a settimana verso Nairobi con coincidenze da Linate, Venezia e Fiumicino e possibilità di collegamenti per altre 19 destinazioni africane. Da 443 euro (www.brusselsairlines.com). Info: www.magicalkenya.com.

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