Mamme, bambini e giochi: tagli al servizio «Coccole»

Mancano fondi ai consultori pediatrici: chiude il corso per insegnare alle neo madri ad accudire i bebè

Gioia Locati

Un tappetone per riunire le mamme e i loro bebè (da 0 a 12 mesi), una volta alla settimana. In uno spazio confortevole adatto allo scambio di esperienze. Con loro una psicologa, una psicomotricista e un’educatrice. Insieme per sciogliere i dubbi delle neomamme: che fare se il piccolo non dorme, se la madre sta per riprendere il lavoro o se il fratellino è geloso. Si chiama «Coccole e giochi», ce ne sono quattordici in tutta la città ospiti dei consultori pediatrici. Il servizio è gratuito ma tra un mese chiuderà per mancanza di finanziamenti.
Le mamme non se lo spiegano: «È un’iniziativa intelligente e utile - racconta Martina, che da quando ha cominciato ad allattare Niccolò, 6 mesi, frequenta lo spazio in via Conca del Naviglio -. Noi ci incontriamo il mercoledì mattina dalle dieci a mezzogiorno e c’è sempre il pienone. È bello sapere che non sei l’unica ad avere un bambino che rifiuta la pappa. Insomma, qui impari a ridimensionare i piccoli drammi quotidiani e ad affrontarli». Roberto Calìa, direttore del servizio famiglia, infanzia ed età evolutiva delle Asl, conferma che questo servizio è reso possibile dalla legge 285 del ’97 ed esiste in città dal ’99. «Siamo in attesa dei finanziamenti, sappiamo che i nostri quattro progetti che riguardano infanzia e adolescenza (su abusi e maltrattamenti, bullismo e prevenzione) devono essere approvati dalla giunta (che in tutto dovrà discuterne 350 proposti da enti privati e pubblici).
«Se a settembre non ci arriveranno i soldi dovremo sospendere “Coccole e giochi” e i consulenti, che sono una trentina». L’ex assessore ai Servizi sociali Tiziana Maiolo ha spiegato che la commissione che deve valutare i progetti della legge 285 è al lavoro da due mesi. «Si tratta di una commissione di tecnici formata da personale dell’assessorato che dirigevo, del settore Educazione e della Asl. Per legge il politico è escluso dalla commissione giudicante anche se la mia direttiva, di fronte a un numero come questo di proposte, 350, è stata di cercare di accontentare un po’ tutti, piuttosto che finanziare in pieno pochi progetti».
La coordinatrice dei poli di «Coccole e giochi» è Fabrizia Alliora: «Sono contenta che le mamme si mobilitino per questo, vuol dire che abbiamo lasciato il segno». E con delicatezza di psicologa motiva perché le donne subiscono il fascino di quest’iniziativa: «Le mamme vengono soprattutto ascoltate e quando escono hanno la sensazione di non sentirsi sole. Ci sono parecchie donne lontane dalla famiglia di origine che ricercano proprio un momento di condivisione guidato. Sui tappetoni si parla di tutto, liberamente. Possono intervenire anche i papà, l’orario è flessibile. Dalla difficoltà ad allattare, all’impresa dello svezzamento. Sono le normali ansie delle mamme che se condivise, diventano più leggere da sopportare.

A volte cogliamo sul nascere le situazioni di rischio, come la depressione. Qui non c’è nessun maestro, aiutiamo il genitore a educare (dal latino educere, tirar fuori) le sue capacità. Ogni mamma sa cos’è bene per il proprio bambino».

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