In manette Nerone In due anni incendiate 80 auto

Nell'antichità, il grande incendio di Roma tenne occupati per una settimana i soccorsi. A Cologno Monzese i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni e i vigili del fuoco sono invece stati per oltre un anno sulle tracce dei piromani che per lunghi mesi hanno dato fuoco alle auto parcheggiate intorno a viale Lombardia. Principale responsabile degli incendi sembra essere «Nerone» Luigi D’ Alessandro, 30 anni, accusato di aver dato fuoco sicuramente a ben 15 vetture da settembre scorso a oggi: è stato proprio l’uomo che, con gli amici, si è sempre vantato infatti di essere come l'imperatore romano da molti considerato responsabile del grande incendio nella città eterna. Tuttavia, una volta fermato, D’Alessandro - un tossicodipendente con problemi di alcool - ha negato tutto.
Secondo i carabinieri, a scatenare l'ira del giovane di Cologno Monzese sarebbe stato, nel 2005, il ritiro della licenza dopo che diversi controlli avevano riscontrato alcune irregolarità nella ditta di cui era uno dei titolari. Insieme ad alcuni familiari il 30enne si occupava, infatti, di recuperare le auto e tenerle in deposito anche per conto della Prefettura e delle forze dell'ordine. Gli investigatori pensano infatti che D’Alessandro possa averne date alle fiamme diverse altre decine di auto oltre alle 15 per cui è stato fermato.
Le indagini avevano già preso il via negli ultimi mesi del 2005 quando furono bruciate a Cologno, sempre intorno a viale Lombardia, 23 vetture. Nel 2006 invece, le auto bruciate sono state in tutto una sessantina, tra di esse anche alcuni mezzi dei vigili urbani. Lo scorso anno, in poche ore i piromani avevano dato alle fiamme quattordici auto e un camper in tre strade diverse: viale Lombardia, viale Toscana e via della Repubblica. Diversi i modi per appiccare l'incendio. A volte il veicolo veniva spostato dal luogo in cui era parcheggiato e poi incendiato; in altri casi invece i piromani mettevano stracci imbevuti d'olio sopra i copertoni o giornali vicino ai parafanghi.
Resisi conto che la zona colpita era la medesima, i militari, dopo numerosi controlli, intercettazioni ambientali e telefoniche, sono arrivati a D’Alesanndro. Durante le indagini gli uomini dell'Arma hanno sorpreso anche il suo complice albanese, un muratore 32enne, mentre bruciava un furgone.

L'uomo ha affermato di esservi stato costretto con la forza da D’Alessandro e, a conferma, ha mostrato ai carabinieri lividi ed escoriazioni. Nell’inchiesta sono finiti anche due amici del piromane (tra i quali la sua ex fidanzata) indagati per aver aiutato lui e il suo complice.

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