Ma le mani non sono uguali per tutti

«Guai a chi mette le mani addosso all’arbitro o ai suoi collaboratori», affermò Cesare Gussoni in un’intervista concessa l’anno scorso al nostro giornale. Parole al vento. Ieri pomeriggio all’Olimpico lo svizzero Lichtsteiner, difensore della Lazio, ha spinto l’assistente Faverani dopo un battibecco con Gargano e, udite udite, è rimasto tranquillamente in campo. L’arbitro Banti di Livorno, sorvegliato speciale da Collina che infatti l’ha designato per la terza volta consecutiva, ha fatto finta di niente mettendo in dubbio la sacralità della divisa. Altro che Ponzio Pilato. Poveri assistenti, paria delle quaterne, costretti ad assumersi responsabilità sempre maggiori ma ripagati con compensi irrisori e vittime di insulti gratuiti. Sotto questo aspetto un passo indietro. Nel 2003 Stankovic, alla sua ultima stagione con la Lazio, fu espulso e poi squalificato per aver toccato un assistente a Siena. Ieri è accaduto anche il contrario.

A Bergamo l’arbitro Farina ha avuto un contatto ravvicinato con Guarente dopo un fallo del centrocampista bergamasco su Ronaldinho: prima gli ha puntato minaccioso il dito in faccia, poi lo ha toccato sul petto. E Guarente a urlargli in faccia: «Non mi toccare, non mi toccare». Se le regole sono uguali per tutti, Banti e Farina vanno fermati per motivi specularmente uguali.

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