Mannino, tutte le note della musica del '900

Protagonisti della musica del '900 e poi quasi totalmente dimenticati dopo la morte. È un destino comune a molti compositori italiani, ma che nel caso di Franco Mannino (1924 - 2005) lascia basiti

Mannino, tutte le note della musica del '900

Protagonisti della musica del '900 e poi quasi totalmente dimenticati dopo la morte. È un destino comune a molti compositori italiani, ma che nel caso di Franco Mannino (1924 - 2005) lascia basiti. Anche perché Paolo Isotta lo considerava il secondo miglior pianista del secolo: «Il più grande di tutti, in Bach, in Beethoven, in Chopin, in Liszt, è il sublime Claudio Arrau. Ma subito dopo viene Franco Mannino: nel '900 tutto».

Artista e compositore poliedrico, il palermitano Mannino fu pianista, direttore d'orchestra, compositore sinfonico, cameristico, di musica per film, scrittore e saggista. Conobbe praticamente tutta la storia musicale del XX secolo: Alberto Savinio, Franco Ferrara, Bernardino Molinari, Victor De Sabata, Tullio Serafin, Arturo Toscanini, Umberto Giordano, Francesco Cilea, Riccardo Zandonai, Pietro Mascagni, Beniamino Gigli, Vladimir Horowitz, Georges Auric, Alfredo Casella, Igor Stravinskij, Richard Strauss, Dimitri Shostakovich. Questo elenco solo per rendere merito a Riccardo Viagrande d'aver tratto dal dimenticatoio il musicista e compositore grazie alla monografia Franco Mannino (Casa Musicale Eco, pagg. 282, euro 22,90).

Il libro passa in rassegna tutte le varie forme musicali con cui Mannino si è cimentato: l'esecuzione, il teatro, la composizione per soli, coro e orchestra, la produzione sinfonica, cameristica, per strumenti solisti, per pianoforte, la musica per film (collaborò con il cognato Luchino Visconti - con L'innocente vinse un David di Donatello come miglior colonna sonora - e poi con Mario Soldati e Franco Zeffirelli) e, infine, i suoi scritti e saggi. A chiudere il volume il catalogo completo delle sue oltre 500 composizioni.

Un artista poliedrico il cui immeritato oblio venne quasi profeticamente scongiurato da Ennio Morricone: «Franco Mannino ha fatto moltissime cose.

Non aveva regole, non aveva schemi: voleva divertirsi e divertire, stupirsi e stupire, voleva esserci giocando. Adesso che gioca altrove, è forse arrivato il momento di guardare - con la doverosa attenzione - i giocattoli che ha lasciato qui da noi».

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