Roma - "La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l’Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell’unità dell’Europa. Le autorità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia". A parlare della tempesta economica e finanziaria che sta attanagliando l’Europa e in prima fila l’Italia, sotto attacco della speculazione, scende in campo e parla il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Proprio per rafforzare la manovra potrebbe essere introdotta la clausola di salvaguardia annunciata giorni fa dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Si tratterebbe di un taglio del 15% alle agevolazioni fiscali nel caso in cui la delega comunque non andasse in porto.
La riduzione del debito "Gli interventi in discussione in Parlamento - garantisce il premier - accelerano la riduzione del debito. Già quest’anno - assicura Berlusconi - porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge a accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia. Abbiamo l’Europa al nostro fianco - dice il premier - e possiamo contare su innegabili punti di forza".
Governo stabile, maggioranza coesa "Il governo è stabile e forte- puntualizza Berlusconi - la maggioranza è coesa e determinata. Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione. La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsabilità delle parti sociali. La fiducia nello sviluppo non è mai venuta meno, neanche in momenti più difficili di questo e poggia sull’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini. Dobbiamo essere uniti - conclude Berlusconi - coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale".
Tremonti incontra l'opposzione "La manovra sia approvata il prima possibile". Le parole di Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, danno un quadro chiaro della settimana "calda" che dovrebbe portare al via libera della manovra finanziaria sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Lasciando i lavori dell’Ecofin il ministro dell'Economia Giulio Tremonti aveva fato sapere di volare a Roma per "chiudere il bilancio". Nel pomeriggio il titolare del dicastero di via XX Settembre ha incontrato l'opposizione per trovare i punti di contatto e votare in tempi rapidi la manovra. Il titolare dell'Economia ha accolto alcuni emendamenti alla manovra proposti dal centrosinistra riguardanti tra l’altro le indicizzazioni delle pensioni, la progressività del bollo sui depositi titoli e la norma sull’ammortamento per le società concessionarie. "E' un'intesa positiva", ha subito commentato il leader leghista Umberto Bossi.
Una manovra da approvare il prima possibile "Ci troviamo di fronte a una crisi finanziaria internazionale di dimensioni del tutto straordinarie - spiega Cicchitto - in questa situazione è giusto che la manovra economica venga approvata il più rapidamente possibile con il minor grado possibile di faziositàpolitica". "Finora l’Italia ha retto proprio per la politica di rigore svolta dal governo Berlusconi che per questo ha pagato anche sul piano elettorale", ha fatto sapere il capogruppo del Pdl ricordando che "nel passato c’è stata la proposta del partito democratico di finanziare la crescita con un punto di pil in deficit" e che "recentemente gli esponenti della sinistra hanno sostenuto che invece del decreto il governo dovesse fare un disegno di legge da approvare di qui a settembre". "Gli effetti di entrambe queste proposte - ha concluso Cicchitto - sarebbero stati catastrofici cosi come catastrofica sarebbe anche l’ipotesi di una crisi di governo dopo l’approvazione del decreto".
Forse il voto venerdì Le opposizioni sono disponibili a chiudere l’esame della manovra alla Camera entro venerdì. Lo ha detto il capogruppo Pd Dario Franceschini, al termine di una riunione di tutti i gruppi di opposizione a Montecitorio, parlando a nome di tutte le forze politiche: "Considerando la gravità del momento e raccogliendo l’appello del presidente della Repubblica, fermo restando il nostro giudizio negativo sulla manovra e l’azione emendativa, ci dichiariamo disponibili a far concludere l’approvazione della manovra entro venerdì".
Di Pietro: "Voteremo contro" Sulla manovra, fa sapere Antonio Di Pietro, l'Idv non farà ostruzionismi perché "c’è bisogno di dare certezze ai mercati internazionali". Ma c'è un ma. "E' certo che la manovra è iniqua e ingiusta per le classi più deboli - continua il leader Idv - per questo il nostro sarà un voto contrario".
"Non faremo opposizione preconcetta ma, insieme alle altre opposizioni, indicheremo sei o sette emendamenti costruttivi per rendere il testo più equo", spiega l'ex pm che, sulla possibilità che il governo ponga la fiducia sul testo, ribadisce: "Il governo ha la responsabilità di non mettere la fiducia e venire incontro alle opposizioni perchè, così com’è, non potremo votarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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