«La manovra mortifica le Forze dell’ordine»

Santelli: «Il settore è attraversato da profondo disagio, non si può tirare troppo la corda»

Massimo Malpica

da Roma

La Finanziaria prosciuga-sicurezza piace così poco alle forze dell’ordine che sette organizzazioni sindacali di categoria (Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Consap, Fsp, Coisp e Uilp) minacciano, in mancanza di correttivi, di scendere in piazza il 4 dicembre. Anche il Sap, fuori dall’elenco, ha comunque già espresso nei giorni scorsi con il suo segretario generale Filippo Saltamartini la propria assoluta contrarietà alla manovra economica disegnata dall’esecutivo, che taglia risorse sia al personale che al sistema sicurezza. «E pensare che ricordo il ds Marco Minniti - sospira la parlamentare azzurra Jole Santelli, presente ieri alla conferenza del cartello sindacale della polizia - affermare, nella scorsa legislatura, che i soldi assegnati alle forze dell’ordine dal governo Berlusconi non bastavano nemmeno a fare il pieno a volanti e gazzelle. Allora mi chiedo come faranno a muoversi i poliziotti ora che i fondi sono scesi di un terzo».
Lei ha definito la protesta delle forze dell’ordine «sacrosanta». La Cdl sarà in piazza con loro se decideranno di manifestare?
«Di certo alcuni sindacati di polizia saranno in piazza con noi il 2 dicembre, per sfilare contro la manovra e contro il governo. L’appello a partecipare è ovviamente allargato a tutti gli agenti di pubblica sicurezza per dire no a una Finanziaria che smonta e riduce, come ammette lo stesso ministero dell’Interno, le risorse necessarie al sistema sicurezza. Il governo, dopo aver eluso le risposte che era necessario dare già a Montecitorio, ha irresponsabilmente rinviato il problema al Senato».
Quali sono secondo lei i punti più critici per il comparto sicurezza?
«A parte le questioni di organico il più grave errore politico è stato cancellare le “specificità”, equiparando le forze dell’ordine a qualsiasi dipendente pubblico. Questo ci fa tornare indietro di dieci anni nella politica della sicurezza, e poi vediamo il premier Romano Prodi che va a Napoli e in Calabria annunciando piani speciali e assicurando il massimo interesse dell’esecutivo per le problematiche della sicurezza. Di certo, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, non viene però data alcuna risposta. Una bella prova di ipocrisia, dovuta all’impostazione ragionieristica della Finanziaria che tratta il Viminale al pari di qualsiasi ministero».
Solo una questione contabile?
«Temo che il problema derivi anche da quella parte della maggioranza che è animata da sentimenti di vendetta, quando non di odio, verso le forze dell’ordine. Quella stessa anima che spinge per la costituzione di una commissione parlamentare sul G8 e che non si straccia certo le vesti per i tagli a polizia e carabinieri».
Ci sono margini per sanare lo strappo?
«Alla Camera il governo ha approvato un nostro ordine del giorno che lo impegna a ripristinare la specificità, a aumentare il personale e a incrementare le risorse finanziarie per la sicurezza. Vigileremo che l’impegno venga mantenuto. Spero che l’esecutivo si renda contro che si è sfiorato un clamoroso sciopero dei carabinieri e che non è il caso di tirare troppo la corda.

Se oggi un cartello di sigle che comprende la Cgil annuncia di voler scendere in piazza a manifestare, vuol dire che il disagio nel settore è immenso: noi guardiamo con attenzione alla protesta delle forze dell’ordine, che scendono in piazza per rivendicare quanto noi stiamo chiedendo politicamente in Parlamento».

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