Manzoni, studenti in assemblea si discute di premier e Resistenza

L’ordine del giorno proposto dai collettivi. Gli insegnanti: «Oscurato chi la pensa diversamente»

Manzoni, studenti in assemblea si discute di premier e Resistenza

Gioia Locati

Altro che par condicio catodica. Guardiamo come funzionano i dibattiti pre-elettorali nelle scuole. Prendiamo le assemblee d’istituto, quelle che si tengono al mattino, una volta al mese. E chiediamoci, tanto per fare un esempio, di cosa discuteranno gli studenti del liceo classico Manzoni. Questo è l’ordine del giorno di venerdì (dalle 9 alle 13.10): 1) Presentazione, discussione e commento delle principali norme introdotte dal governo Berlusconi; 2) Diritto di resistenza; 3) Sistema globale di precarietà, in relazione anche alle mobilitazioni francesi contro il C.P.E. (contratto primo impiego); 4) Nuovi fascismi e antifascismi. I due esperti invitati a partecipare sono il professore della Statale Saverio Ferrari e lo studente della Bocconi, Giovanni Lo Cascio. Ferrari è stato scelto perché aveva già tenuto un corso sull’antifascismo all’università. Gli altri argomenti dell’assemblea plenaria saranno spiegati da alcuni allievi del liceo, quelli del collettivo degli studenti (che fa capo al centro sociale cantiere). Tutto liscio visto che l’assemblea è stata approvata dal dirigente scolastico? Non proprio. C’è chi, all’interno del liceo, contesta che siano «passate» proposte simili alla vigilia delle elezioni, «soprattutto perché non sono stati invitati a parlare persone che la pensano diversamente. È scandaloso» sbotta un gruppo di insegnanti. «E pensare che soltanto un anno fa - raccontano - in consiglio d’istituto sono state sollevate obiezioni quando fu proposto come tema lo Tsunami; ad affrontarlo sarebbero stati alcuni volontari dell’Avsi (associzione volontari per il servizio internazionale). Il no di una parte dei membri del consiglio fu così motivato: “Sarebbe una discussione connotata politicamente perchè i volontari sono legati alla Compagnia delle opere”».
E come andò a finire? «Che i ragazzi del collettivo bruciarono la proposta per l’assemblea battendoci sul tempo: si presentarono il giorno dopo con un altro argomento avendo già raccolto le firme (per regolamento si discute in assemblea il primo tema che ottiene un decimo dei consensi degli studenti)». È per questo che il gruppo Gioventù studentesca che fa capo a Comunione e Liberazione chiede una diversa regolamentazione degli argomenti da trattare durante le assemblee. Al Manzoni si parlò poi di Tsunami durante una conferenza in aula Magna.
Al liceo di via Orazio i quattro seggi che spettano agli studenti sono così ripartiti: tre ai collettivi di sinistra e uno ad un altro movimento di sinistra (novità rispetto all’anno scorso quando erano tutti dei collettivi).

All’inizio dell’anno per evitare le occupazioni l’istituto ha proposto, in aggiunta alle assemblee, due incontri «cogestiti». Ossia due giornate organizzate da professori e alunni (si parlò con esperti di riforma Moratti e di totalitarismi). L’esperimento riuscì bene ma non servì a scongiurare l’occupazione di fine febbraio.

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