«Se potessi avere mille lire al mese, farei tante spese...», cantava allegramente Gilberto Mazzi.
Altri tempi, altri soldi. Adesso vanno di moda gli euro. Meglio se tanti. In effetti nel calendario di ogni mese ci sono tante spese fondamentali da affrontare. C’è l’happy hour quotidiano, c’è qualche trans-gressione da soddisfare, c’è la cocaina. Ci si può far mancare la cocaina al giorno d’oggi? No, non si può, altrimenti si rischia di venire considerati come gli ultimi della «pista» (absit iniuria verbis). Morale: bisogna uscire di casa con almeno cinque, anzi già che ci siamo, facciamo seimila euro, anche se dobbiamo andare dal panettiere o all’outlet.
Non hai seimila euro in tasca, non salti a bordo della tua auto (blu o di un altro colore, poco importa), con dodici banconote da cinquecento o sessanta da cento? Allora, diciamo la verità, anche in tempi di congiuntura economica non proprio entusiasmante, se non esci di casa con questi soldi sei poco più di un pezzente. Con rispetto parlando, s’intende. Persino se la tua giornata-tipo, almeno fino ad una determinata ora del giorno, si limita alla firma di un paio di pratiche in Regione o alla stretta di qualche mano. O al taglio di qualche nastro inaugurale per onorare il ruolo che ricopri e far fronte alle responsabilità di governatore del Lazio.
Piero Marrazzo che, come un fiume in piena, ha ammesso tutto ciò che non poteva non ammettere (e anche ciò che non si poteva nemmeno immaginare ammettesse), con il reality show di cui è stato al tempo stesso regista e protagonista, sta suscitando nella gente le reazioni più diverse: riprovazione, odio, indifferenza, solidarietà, pietà. Tutte emozioni o sensazioni comprensibilissime, per carità. Ma una domanda, una domanda su tutte, siamo convinti che si agiti trasversalmente tra quanti hanno seguito e continuano a seguire la sua surreale e sconcertante vicenda: da dove arrivavano, da dove sono arrivati in tutti questi anni i soldi che il governatore del Lazio maneggiava e spendeva con la disinvoltura con cui uno di noi versa l’obolo in chiesa, per tutte quelle sue debolezze inconfessabili e adesso puntualmente confessate?
Chi glieli dava, chi glieli ha dati? Come poteva permettersi tutto quello che si è permesso? E anche di più, considerato il pied-à-terre che, a quanto pare all’insaputa della moglie, si era ritagliato e assicurato nel cuore del centro storico di Roma?
È vero, verissimo: Piero Marazzo intascava mensilmente come presidente della Regione Lazio uno stipendio di 12mila euro. Che molti di noi si limitano e continueranno a limitarsi per tutta la vita a sognare di avere. Sono bei soldi. Ma se tu, anzi, scusate, ma se lui, viaggiava a colpi di cinquemila euro ogni qual volta sentiva il frisson o la semplice necessità di qualche innocua coccola, beh anche quel suo ragguardevole stipendio, faceva in fretta a sparire. E allora altro che dannarsi e ingegnarsi a trovare qualche soluzione, come gran parte di un’altra Italia, per arrivare non dico alla quarta ma addirittura alla terza settimana.
Quindi, come accade nel Monopoli dove i pied-à-terre e gli hotel di lusso sono contemplati, ma i «loculi» di via Gradoli no, torniamo al via e ci fermiamo un giro a riflettere sulla domanda appena posta.
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