Mastella non si ferma: «Adesso l’amnistia»

Critiche da An, ma per Forza Italia l’annuncio «è positivo»

Fabrizio de Feo

da Roma

Fedele al suo nome di battesimo, Clemente Mastella dopo aver concesso la grazia a Ovidio Bompressi, rilancia la proposta di un provvedimento di clemenza «allargato». E annuncia: «Non appena il Parlamento sarà nel pieno delle sue funzioni promuoverò un provvedimento di amnistia e indulto». Un impegno che il Guardasigilli prende davanti ai detenuti di Regina Coeli che lo sollecitano in tal senso con scritte e manifesti. A loro il ministro della Giustizia non nasconde le difficoltà dell’impresa: «Promuoverò quest’atto di clemenza ma l’amnistia non è un atto solitario del ministro. Fosse stato così l’avrei già fatto. Evidentemente posso promuoverlo e lo farò. Se finora non l’ho fatto è perché serve la pienezza delle commissioni parlamentari. L’urgenza però esiste perché bisogna umanizzare le carceri il cui sovraffollamento è intollerabile».
«Sono più il ministro vostro che non dei magistrati» esordisce il ministro della Giustizia, accompagnato da Giulio Andreotti. «So che aspettate da me parole, ho visto un cartello con su scritto: “Amnistia, indulto”. Ma non mettete ipoteche sui tempi». Uscito dal carcere, poi, il Guardasigilli ritorna sull’argomento. «Voglio ascoltare le forze politiche per vedere se loro ritengono che la strada debba essere parlamentare: in questo caso sarà il governo a concorrere. Oppure se il governo avvierà il processo, allora saranno le forze parlamentari a concorrere. Non ho motivi di egoismo e vanità, l’importante è che si arrivi a una conclusione operativa».
La proposta di Mastella non passa ovviamente inosservata nei palazzi della politica. E dal Quirinale arriva un primo segnale, improntato alla cautela. «Io mi auguro che si trovino diversi terreni di dialogo, di confronto pacato alla ricerca di possibili convergenze» dice Giorgio Napolitano. «Uno di questi terreni può essere l’amnistia». Se il Capo dello Stato non entra nel merito, dall’Unione arriva un sostanziale via libera a un provvedimento di clemenza che escluda i reati più gravi. E da Palazzo Chigi, in serata, arriva la conferma che «l’annuncio di Mastella rispecchia la linea di governo». Come già in passato l’unica voce fuori dal coro è quella di Antonio Di Pietro. «Pensare di risolvere il problema delle carceri con l’amnistia è un palliativo che rinvia ma non risolve il problema» dichiara il ministro delle Infrastrutture. «L’amnistia è un atto di resa e una dichiarazione di impotenza dello Stato. Una sorta di condono. Se poi uno sconto ci dovrà essere porterei avanti l’idea dell’indulto che estingue solamente la pena ma non la traccia del reato commesso». Dentro la Cdl è An a sollevare il muro. «Tra il dire e il fare c’è di mezzo la maggioranza dei due terzi» dice il capogruppo alla Camera, Ignazio La Russa. Duro il commento di Maurizio Gasparri. «La proposta di Mastella è un grave errore a danno dei principi di legge». Chiude affidandosi all’ironia, Alfredo Mantovano.

«Da qualche anno è stata abolita la denominazione ministro di Grazia e Giustizia: avevamo capito che di fatto esiste ora solo il ministero della Grazia». Di parere opposto Fabrizio Cicchitto di Forza Italia, secondo cui quello di Mastella è invece «un annuncio positivo».

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