Dall’Irak di Catania esce a pezzi il calcio italiano. Fatto a fettine da politici a caccia di visibilità e dai professionisti dell’ipocrisia. Bisogna perciò aspettare l’intervento pubblico di Antonio Matarrese, presidente della Lega professionisti, dal letto dell’ospedale Gemelli di Roma per ascoltare finalmente una voce fuori dal coro. «È da tempo che chiedevamo l’applicazione di leggi ferree e non blande cone avvenuto fin qui» il polemico don Tonino rovescia le posizioni sul tavolo. Nel commentare per il Tg1 la guerriglia di Catania, Matarrese ridisegna anche i confini delle curve: «Sono criminali che non subiscono la pena destinata a chi delinque. E allora succede che si vuole criminalizzare il calcio». Il «non ci sto» di Matarrese è la prima voce di protesta del calcio italiano e mal tollera il cappello messo dal neo presidente del calcio europeo Platini sulla testa del commissario federale Pancalli («Ma quale aiuto dell’Uefa, abbiamo le nostre forze, chiediamo collaborazione per risorgere ma non siamo un sistema decaduto»). «Non dobbiamo vendere la nostra dignità» l’altolà del presidente del calcio di serie A e B che prende anche le distanze dal ministro Melandri e dalle sue minacce di chiusura anticipata del campionato («calcio fermo fino a quando...»). «Alcune di queste tragedie le ho già vissute, non abbiamo risolto il problema. Qualche ministro ci ha provato, tante chiacchiere, tante parole sugli stadi nuovi ma vedo che si sta tentando di mettere nell’angolo il calcio» è il suo grido di dolore. Accompagnato da una precisazione e da un monito: «Sono stato subito in sintonia con Pancalli quando mi ha chiamato: il campionato andava fermato perchè la temperatura si è alzata ma non facciamoci prendere dal panico. Non siamo un Paese che si arrende alla delinquenza, si può invece correre ai ripari» è il suo atto di fede.
Sintonizzato con Matarrese, l’intervento di Adriano Galliani, vicepresidente esecutivo del Milan. Firmato prima da un editoriale sul sito del club e poi spiegato nel corso di alcune conversazioni telefoniche il senso trasparente dell’intervento. Il vice-Berlusconi segnala subito l’intervento concreto eseguito dal Milan: «Con l’adesione alla sottoscrizione del Tg5 ci siamo preoccupati subito di fare qualcosa di utile per i due figli dell’ispettore di polizia Raciti». Sul cosa fare l’orientamento è chiarissimo: «La nostra idea è datata ma collaudata da un esempio concreto realizzato in Inghilterra, con una legislazione semplice ma efficace.
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