Mediaset: "Chiavetta Sky? E' contro la concorrenza" Replica: "Esposto nullo"

Pier Silvio Berlusconi: "Giusto l'esposto all’Antitrust per tutelare gli interessi di Mediaset e del consumatore finale". E spiega: "La chiavetta darà una visione parziale sul digitale". La replica: "La digital key aumenta la concorrenza"

Mediaset: "Chiavetta Sky? 
E' contro la concorrenza" 
Replica: "Esposto nullo"

Milano - "Doveroso". Così il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha definito l’esposto presentato dal Biscione all’Antitrust contro Sky e l’iniziativa di lanciare una chiavetta per la fruizione del digitale terrestre. "L’annuncio di Sky - ha detto Pier Silvio Berlusconi ieri a Montecarlo durante una conferenza stampa di presentazione dei nuovi servizi Mediaset Premium - è anticoncorrenziale. Era giusto, addirittura doveroso, fare un esposto all’Antitrust per tutelare gli interessi di Mediaset e del consumatore finale. La chiavetta - ha precisato - darà una visione parziale sul digitale terrestre. La nostra è stata una risposta normale".

L'esposto contro Sky Il vicepresidente di Mediaset ha anche colto l’occasione per commentare l’ultima vicenda giudiziaria che ha visto Mediaset e Sky confrontarsi in tribunale, ovvero la vicenda di uno spot della televisione di Murdoch tenuto in stand by per una settimana dall’azienda di Berlusconi. "La sentenza - ha detto Pier Silvio Berlusconi - riporterà tutto a come era prima. Noi non abbiamo mai rifiutato la pubblicità di Sky. Solo per una settimana abbiamo detto di no ad un singolo spot perchè confusionario e troppo concorrenziale, come era già successo con altri. La velocità con cui si sono rivolti al tribunale - ha concluso - fa dire che c’è stato un po di preconcetto da parte loro".

La replica di Murdoch Sky annuncia a sera "la presentazione all’Autorità Antitrust di una richiesta di immediata archiviazione della denuncia presentata da Mediaset in relazione alla digital key. L’esposto presentato da Mediaset - spiega Sky in una nota - è infatti pretestuoso e manifestamente infondato sotto il profilo del diritto della concorrenza. Nello specifico, infatti, gli impegni sottoscritti dinanzi alla Commissione Europea - continua la nota della tv satellitare - vietano a Sky fino al 31 dicembre 2011 due sole attività su piattaforma digitale terrestre: quella di operatore di rete e quella di fornitore di servizi di tv a pagamento. Nessuna delle due attività è riferibile al lancio della digital key che dunque non viola in alcun modo gli impegni sottoscritti da News Corporation. In secondo luogo - insiste Sky - i dirigenti di Mediaset e della Rai hanno dichiarato ormai centinaia di volte di 'essere in concorrenza con Sky', affermando dunque che esiste un unico mercato della televisione, nel quale competono Rai, Sky e la stessa Mediaset".

Il futuro del patrimonio Nessuna preoccupazione per la spartizione dell’impero di famiglia tra i due rami della discendenza Berlusconi: "Quello che decide mio padre va benissimo". Grande "sofferenza" per le polemiche che negli ultimi sei mesi hanno coinvolto il premier. E una convinzione: nonostante i dissidi nella maggioranza, il capo del governo non getterà facilmente la spugna.  Pier Silvio Berlusconi, figlio del premier, non si è sottratto a domande sulla sua famiglia e sull’attualità politica. "E' un problema che non mi pongo minimamente. Dipende da mio padre e quello che decide va benissimo. Io penso al mio lavoro", ha risposto a chi gli chiedeva di possibili novità in vista nella spartizione del patrimonio. Ha ammesso di aver sofferto nell’ultimo periodo per le polemiche che hanno coinvolto il padre: "Sono stati sei mesi di sofferenza. Penso alla magistratura, ai giornali". Un clima che "fa male a me - ha aggiunto - e fa malissimo a mia sorella Marina. Forse perchè io sono iper-operativo, sono sempre concentrato sul mio lavoro, mentre lei rappresenta più la holding di famiglia". Qualcuno ha citato le dieci domande di Repubblica e le risposte date a Bruno Vespa anzichè al quotidiano: "Perché, pensate che se avesse risposto direttamente a D’Avanzo, avrebbero smesso di porgliele?", ha aggiunto, rivolto ai giornalisti.

La sentenza sul lodo Mondadori La recente sentenza sul lodo Mondadori, che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni alla Cir, ha ribadito poi Pier Silvio Berlusconi, "non ha avuto nessun impatto su Mediaset: siamo in condizioni di difenderci bene. Certo - ha ammesso - la reazione in Fininvest e quella mia personale è stata brutta: abbiamo vissuto tutto come un sopruso assoluto". Alla domanda, invece, sui dissidi nella maggioranza di governo e sulla possibilità che si vada a elezioni anticipate, il figlio del premier non si è sbilanciato: "Non mi fate parlare di politica". Una battuta, però, se l’è lasciata scappare: "Mio padre molla? Non esiste?". Nessuna preoccupazione, infine, sulle ipotesi di vendita di Villa Certosa: "Non ne so niente", ha premesso. "Ma non vado mai in Sardegna. Per me non sarebbe un problema".

I ricavi di Mediaset Ricavi 2009 a quota 3,2 miliardi in Italia, in linea con il 2008, e una crescita del 37% del fatturato per le attività da pay tv che si avvia a superare il tetto dei 500 milioni, con un break even confermato nel 2010 a quota 4,5 milioni di clienti e con un arpu (il ricavo medio per singolo utente, ndr) pari a 120 euro all’anno. "Mediaset stima di chiudere il 2009 con ricavi pari a 3 miliardi 220 milioni di euro", sostanzialmente "in linea con il 2008, che abbiamo chiuso a 3 miliardi 219 milioni", ha detto Pier Silvio Berlusconi. "Se l’impatto della crisi sta pesando notevolmente sui colossi dei media in tutto il mondo, con News Corp che negli Stati Uniti si stima perda 1.760 milioni rispetto al 2008, Disney 1.560 milioni o Cbs 810 milioni - ha sottolineato Pier Silvio Berlusconi - Mediaset è in netta controtendenza: siamo l’unico gruppo a livello internazionale a mantenere gli stessi ricavi del 2008", a fronte comunque di "una contrazione degli utili: oggi abbiamo i ricavi, a brevissimo avremo gli utili". Risultati resi possibili "grazie soprattutto a Premium e Medusa", ha sottolineato. Premium, in particolare, l’offerta a pagamento sul digitale terrestre, "grazie al lancio di Gallery, nel gennaio 2008, ha compiuto un vero salto in avanti: lo scorso anno ha raggiunto i 403 milioni di fatturato, nel 2009 puntiamo a rompere il muro dei 500 milioni: contiamo di chiudere - ha annunciato - a quota 553 milioni", con una "crescita complessiva del 37%" rispetto all’anno precedente, e "del 63% se si considerano le attività caratteristiche di Premium, e cioè i ricavi da tessere prepagate, da ricariche e da abbonamenti", mentre "sono più che raddoppiati i ricavi netti da pubblicità".

Gli introiti di Premium Nei primi nove mesi di quest’anno Premium ha già realizzato ricavi per 380 milioni (+40% sul 2008). Alla luce di questo andamento, Pier Silvio Berlusconi ha confermato "il raggiungimento del break even nel 2010" per Mediaset Premium, "con 4,5 milioni di clienti e un arpu (il ricavo medio per singolo utente, ndr) pari a 120 euro all’anno". Attualmente le tessere attive "sono 3,4 milioni, 700 mila in più rispetto all’anno scorso, nonostante i 2 milioni di tessere scadute a luglio". Da luglio a oggi sono state attivate "1 milione 800 mila smart card, con una media di 13 mila al giorno e di 400 mila al mese". "Certo - ha ammesso - ci aiuta il passaggio al digitale terrestre, ma siamo stati capaci di attivarci per cavalcarlo". Cresce parallelamente il peso di ricavi da pay tv su quelli del gruppo: nel 2004 - ha ricordato - il 97% del fatturato Mediaset era legato alla pubblicità, solo il 3% (pari a 87 milioni) alle altre attività; oggi la quota dei ricavi da spot è scesa al 73%, quella delle altre attività ha toccato il 27% del fatturato globale ed è decuplicata (875 milioni).

Quanto infine a Telecinco, "deve affrontare una situazione drammatica - ha sottolineato - con un Pil in caduta e un tasso di disoccupazione che si prevede toccherà il 20% l’anno prossimo. In questo contesto Telecinco si difende, sia in termini di ascolti, perchè è tornata prima rete in assoluto, sia di ricavi".

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