«Il Meeting tifa per la Grande coalizione»

Il presidente della Cdo Vignali: «A Rimini occasione di dialogo per i Poli»

Stefano Filippi

Novità clamorosa: il Meeting di Rimini 2006 si apre domani con una frase di don Giussani. Slogan, personaggi come Parsifal e Superman, raffinate citazioni (dalla Regola di San Benedetto al Don Chisciotte) hanno lasciato per la prima volta posto a un pensiero del fondatore di Comunione e liberazione, morto un anno e mezzo fa, sulla ragione come esigenza di infinito. Una grande mostra sul prete brianzolo e sul più famoso dei suoi libri, «Il senso religioso», sarà il benvenuto del Meeting per chi da domani metterà piede in fiera.
Basterebbe questo tributo per allontanare certi interrogativi che accompagnano ancora la manifestazione. «Quello dell’anno scorso era il primo Meeting senza il don Gius - dice Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle opere - e molti si domandavano che fine avrebbe fatto Cl. Ora la questione somiglia più a una tiritera fatta in modo interessato dall’esterno. Chi ci guarda senza pregiudizi nota una grande unità del movimento e rispetto alle sue origini. Il titolo del Meeting evoca un punto centrale dell’insegnamento di Giussani: l’io si risveglia nel rapporto con la realtà e la ragione non è un metro di misura ma una finestra sulle cose. E il culmine della ragione è prendere atto che l’uomo non si fa da sé, che la realtà non è frutto del caso ma ha un significato, un destino buono».
Io, realtà, ragione, destino: ma il Meeting anche stavolta parla molto di economia e politica. «Ne parla perché solo se la realtà ha un senso vale la pena impegnarsi - osserva Vignali -. L’imprenditore, per esempio, scommette in positivo: come Mario Preve, presidente di “Riso Gallo”, che racconterà al Meeting come è riuscito a vendere riso ai cinesi. Chi fa crescere un’impresa ha uno sguardo positivo sulla realtà, non si accontenta, si spinge sempre oltre: documenta che don Giussani ha ragione. E parleremo anche di libertà, un tema decisivo per il Paese: libertà di essere e di costruire».
«Libertà e liberalizzazioni» sarà uno dei temi conduttori della Cdo al Meeting, dal primo giorno (con il presidente del Senato Franco Marini) all’ultimo, quando salirà sul palco uno dei firmatari del decreto, il ministro Pierluigi Bersani. Dice Vignali: «Il nostro giudizio sulle liberalizzazioni del governo Prodi è positivo solo su alcuni punti della prima parte, anche se ci sono rendite di posizione che bloccano il Paese molto più dei tassisti. Invece la parte del decreto targata Visco considera le piccole imprese come nemici da cancellare. Imporre tassazioni retroattive o fideiussioni per aprire la partiva Iva significa avere sospetti verso chi fa impresa. Così non si favoriscono né libertà né competitività».
Insomma Bersani bene, Visco male. «Ci riconosciamo più nel liberal Bersani, con cui abbiamo rapporti di stima reciproca e anche di amicizia, che in certi esponenti statalisti», spiega Vignali. Un liberal riformista, di quelli che piacciono sempre di più alla Cdo, anche se il suo leader nega la svolta a sinistra dopo aver votato centrodestra alle politiche: «Noi continuiamo a essere noi stessi e a porre questioni che ci sembrano urgenti per il futuro del Paese: uno sviluppo economico che renda più liberi gli individui, le famiglie, imprese e i soggetti sociali; l’importanza del capitale umano; un welfare che valorizzi quanti effettivamente aiutano a risolvere i bisogni senza idolatrare lo Stato, in entrambi gli schieramenti politici».
«Si dice che il Paese sia spaccato a metà - aggiunge Vignali - ma non si vedono tentativi di dialogo seri che aiutino a superare questa fase difficile. Il Meeting è un luogo di dialogo possibile, lontano dal teatrino della politica o dalla demonizzazione sistematica dell’avversario. In Germania la classe politica ha fatto una scelta coraggiosa davanti alla spaccatura elettorale: la grande coalizione. Una scelta per il bene del Paese. Sarebbe il caso che si riflettesse a fondo anche da noi».

È di questo che parlerà Silvio Berlusconi? «L’ex premier ha cercato di fare questo tentativo di introdurre maggiore libertà e valorizzare famiglie, imprese e realtà sociali. È sicuramente una personalità da ascoltare. Come sarà interessante il dialogo con Luca di Montezemolo e gli esperti internazionali dei nuovi modelli di distretti industriali».

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