Meningite, grave un bimbo di 4 anni

Comincia a soffrire di un forte mal di testa, vomita, la febbre sale alta: i genitori del piccolo, quattro anni, s’allarmano. Chiamano subito il medico, al quale basta un’accurata visita per stabilire la diagnosi: meningite da meningococco, come la definiscono gli esperti. Il bambino è ricoverato in fretta all’ospedale San Gerardo di Monza. Le sue condizioni di salute sono definite gravi. In ogni caso, nonostante la cautela dei dottori, salvo improvvise complicazioni dovrebbe cavarsela.
L’altra mattina, Davide, lo chiameremo così, come ogni giorno è accompagnato dalla mamma alla scuola materna Andersen del quartiere San Carlo a Muggiò. Il bimbo gioca, forse gli educatori gli raccontano qualche fiaba proprio di Andersen: gioca con gli amichetti, è sereno, ride, scherza. Sta certamente bene. È sabato. Alle 13, torna a casa. Passa un’ora e Davide comincia a star molto male, sembra avere tutti i sintomi di una fastidiosa influenza di stagione. I genitori, entrambi impiegati, di 30 anni, si preoccupano e si rivolgono al medico. Il dottore intuisce al volo che non si tratta di un malessere curabile con qualche giorno al caldo sotto le coperte. È meningite. Dispone il trasferimento immediato del piccolo all’ospedale. Nel reparto di terapia intensiva.
Avesse sottovalutato la situazione, forse, la vicenda si sarebbe trasformata in tragedia. Scatta il piano d’emergenza. La malattia è contagiosa e si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline emesse con la respirazione dal naso e dalla bocca. Si tratta di un virus che azzera le barriere immunitarie, in ogni modo Davide sembra aver reagito bene alle prime cure.
Questo significa che è necessario sottoporre a profilassi tutte le persone che sono state a contatto con il bambino per diverse ore in un ambiente chiuso, durante i dieci giorni precedenti l’inizio della malattia. Sono sottoposti alla profilassi i 160 piccoli che frequentano la scuola materna, i loro genitori, le 12 insegnanti e tutto il personale che lavora nell’asilo. «Le condizioni del bambino sono gravi – spiega Maria Fiorito, assessore ai Servizi sociali -. Tuttavia, non esiste alcun motivo di preoccuparsi o di sollevare allarmarsi. Gli specialisti dell’Asl hanno posto la situazione sotto controllo con la profilassi a tutte le persone che, in qualche modo, potevano trovarsi nelle condizioni di rischio».
Intanto, ieri mattina, nella sala riunioni della materna, si è svolto un incontro con tutti i genitori: molti hanno interrotto il fine settimana in montagna e sono rientrati precipitosamente a Muggiò per capire. I medici dell’Azienda sanitaria di Monza fanno sapere che la situazione sarà tenuta sotto sorveglianza per una decina di giorni. Oggi la scuola materna, dopo le assicurazioni ricevute dal dipartimento delle autorità sanitarie incaricate di monitorare la vicenda, sarà regolarmente aperta. È prevedibile che, diverse famiglie, per alcuni giorni decidano di tener lontano i propri figli dalla materna del rione San Carlo.

La paura, nonostante tutto, in questi casi è comprensibile. Il piccolo colpito dal virus è assistito dai medici, a fianco del suo lettino non si muovono per nessuna ragione la mamma e il papà. Aspettano che sia fuori pericolo, ha solo quattro anni.

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