
I punti chiave
La primavera che avanza e il nuovo mese in arrivo non devono farci pensare che il clima più freddo sia ormai del tutto alle spalle: lo dicono i modelli matematici che prevedono ben due ondate di aria fredda invernale entro la metà di aprile. Questa stagione da sempre è sinonimo di cambiamenti improvvisi e prima di riporre definitivamente i cappotti più pesanti dentro l'armadio bisognerà aspettare (almeno) un altro paio di settimane.
Aria polare in arrivo
Se il nuovo mese si aprirà con un meteo ancora instabile al Centro-Sud e l'occasione per nuove piogge e temporali grazie alla persistenza di un vortice ciclonico, la breve parentesi anticiclonica successiva sarà seguita da "un primo affondo di aria molto fredda di origine Artica sull'Italia: la conseguenza principale la avvertiremo sul campo delle temperature con un crollo dei valori termici specie al Nord e sul versante Adriatico", spiega Mattia Gussoni de Ilmeteo.it. La data da segnare sul calendario è il primo week-end di aprile, sabato 5 e domenica 6. Se la previsione verrà confermata, quindi, anche i fenomeni nevosi a quote basse interesseranno maggiormente le zone alpine e quelle dell'Appennino che si affacciano sui versanti adriatici.
Nuova irruzione fredda
A stretto giro, il Mediterraneo potrebbe sperimentare una nuova e ancor più incisiva discesa d'aria fredda dal Polo Nord che dall'Europa centrale riuscirebbe a piombare direttamente sulle nostre regioni. In questo caso gli esperti la indicano intorno al 9-10 aprile. Le temperature scenderanno in maniera considerevole e fino a 5-6°C "al di sotto delle medie climatiche di riferimento: insomma, un vero e proprio colpo di coda invernale".
Quali sono i rischi
Più ci si spinge in là con la tendenza e maggiore sono i margini di errore: quel che sembra certo è che l'alta pressione rimarrà abbastanza defilata pure nel prossimo periodo con brevi e fugaci apparizioni. Da capire se l'aria fredda riuscirà a interagire con perturbazioni atlantiche, a quel punto non avremo soltanto freddo secco ma il meteo sarebbe decisamente più movimentato.
"Se questo possente scambio meridiano dovesse riuscire a dilagare fin sul mar Mediterraneo e quindi sull'Italia, si verrebbero a creare le condizioni ideali per lo sviluppo di eventi meteo estremi, a causa dei forti contrasti tra masse d'aria completamente diverse, con temporali, grandinate e pure il ritorno della neve sulle nostre montagne fino a bassa quota (per il periodo)", conclude Gussoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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