Per quanto riguarda il 2022, questo è stato sicuramente l'anno più caldo in Italia dal 1800, sia per quanto concerne le temperature medie che le massime. Non si può dire la stessa cosa per il resto del mondo, dove le temperature medie sono al di sotto di quelle registrate nel 2016, nel 2020 e nel 2019. Il prossimo anno potrebbero però tornare nuovamente ad aumentare. Questo perché potrebbe avere fine “La Niña”, evento atmosferico che influenza il meteo in diverse parti della Terra. La Niña, come ricostruito da il Post, è un fenomeno climatico che ha il suo epicentro nell’Oceano Pacifico meridionale e arriva a influenzare il meteo non solo dei Paesi vicini. Questo fenomeno dipende da variazioni di temperatura nell’oceano e di pressione nell’atmosfera. Per questo motivo, in modo irregolare, le acque del Pacifico meridionale passano da momenti di riscaldamento ad altri di raffreddamento, alternanza che avviene circa ogni cinque anni. Questo può influenzare la formazione di uragani e monsoni.
El Niño e La Niña
Mentre El Niño è la fase di riscaldamento, La Niña è quella di raffreddamento ed è stata chiamata al femminile in quanto opposto di El Niño. In poche parole El Niño e La Niña sono in definitiva due fasi opposte di un fenomeno oscillatorio delle temperature del Pacifico tropicale noto come El Niño southern oscillation (ENSO), di cui rappresentano la fase calda (El Niño) e quella fredda (La Niña).
Il primo causa in genere forti piogge, cicloni e temperature molto alte in zone del Sudamerica e dell’Africa orientale, mentre è responsabile di piogge meno abbondanti del solito e lunghi periodi di siccità nel sud-est asiatico e in Australia. In generale favorisce l'aumento delle temperature. La Niña invece causa siccità nell’ovest degli Stati Uniti, piogge molto forti in paesi come il Pakistan, la Thailandia e l’Australia, e temperature più basse in molte zone del Sudamerica e dell’Africa e in India. Al momento stiamo vivendo una fase di La Niña insolitamente lunga, visto che va avanti da tre anni, che però dovrebbe presto terminare.
Le previsioni per il 2023
Secondo le prime previsioni per l’inizio del 2023, come quelle diffuse dal Met Office, ovvero il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, e dall’ufficio di meteorologia del governo australiano, La Niña terminerà tra la fine di gennaio e febbraio e le condizioni dell’oceano Pacifico raggiungeranno una fase neutrale che potrebbe durare almeno fino ad aprile. Anche se è difficile poter fare previsioni a lungo termine, secondo l’analisi del Met Office le temperature nell’area del Pacifico aumenteranno e il prossimo anno le medie mondiali saranno più alte di quelle del 2022. Il 2023 potrebbe quindi essere uno degli anni più caldi mai registrati fino a questo momento. Probabilmente la temperatura media supererà quella del periodo 1850-1900.
Cosa possiamo aspettarci
Il capo delle previsioni a più lungo termine del Met Office, Adam Scaife, ha così commentato la prima analisi dedicata al 2023: "Non essendo stato preceduto da un El Niño che abbia fatto aumentare le temperature globali, il prossimo anno forse non supererà il 2016, ma dato che intanto le emissioni di gas serra mondiali continuano ad aumentare è probabile che sarà comunque un anno
notevole nella serie degli ultimi anni". El Niño potrebbe già tornare nella prima parte del 2023 e, se così fosse, potrebbe causare una stagione degli uragani particolarmente importante per il sud-est degli Stati Uniti.Released today, the Met Office global temperature forecast indicates that 2023 could be the 10th consecutive year where average temperatures reach at least 1°C above pre-industrial levels
— Met Office (@metoffice) December 20, 2022
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