Metti una domenica in una città mai vista

La Scala, la pizza e gli stranieri che si fumano i divieti...

Metti una domenica in una città mai vista
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Milano come non l'avevamo mai vista, pur abitandoci. I milanesi nei weekend vanno via, non vanno in centro, non ci vanno neppure se ci abitano, peraltro non ci abitano più, figurarsi se vanno in centro di domenica. Un tempo era pieno di gente dell'hinterland con la faccia da italiani in gita, oggi è pieno di truppe in avanscoperta dalla periferia che sono, come dire, tutte etnicamente connotate. Noi, però, avevamo due biglietti per vedere la Valchiria di Richard Wagner alla Scala, in orario atipico, ore 14.30, e insomma, è diventata un'uscita strana, un viaggio nel tempo che però è il tempo di Milano per com'è oggi, una realtà che ci illudiamo di conoscere con le parole degli articoli (scritti e letti) e un po' meno con la vividezza della realtà appunto vera, quella del crudo concentrato che sta tra San Babila e il Duomo e Piazza della Scala una domenica pomeriggio, quando i milanesi vanno via, insomma capito.

Ci andiamo in macchina anche se sappiamo che non si deve. Piove. Poco traffico e macchinoni dappertutto, Mercedes classe G, due Lamborghini, molte Tesla guidate da gente lenta e con gli occhi a mandorla. Eccoci al parcheggio sotterraneo di Piazza Meda, ma il nostro Telepass non apre le sbarre, dobbiamo prendere il biglietto. Dobbiamo scendere quattro piani di macchinoni. Fuori, poi, non c'è il centro, c'è il duty-free di Dubai, non c'è un negozio che riconosciamo, tutti mangiano o hanno comprato qualcosa, un'orgia festante di popoli, poi finalmente La Scala, c'è una piccola folla che preme per entrare a mezz'ora dall'inizio, che è strano, forse aprono più tardi perché è pieno di stranieri un po' naif, si sente un'italiana che parla del biglietto regalatole dal figlio e un anziano che si lamenta perché la Valchiria è troppo lunga e lui deve prendere il treno. Poi l'organizzazione è sempre impeccabile, è l'unica cosa che a Milano è migliorata. Manca il contesto per spiegare lo straniamento di ritrovarsi un maestro donna che dirige Wagner (mai visto nella vita, neanche in tv) e i cavalli delle Valchirie rappresentati da uomini (uomini) che corrono su protesi in carbonio tipo quelle di Oscar Pistorius. Nelle due pause, fuori, stranieri (molti inglesi) che fumano disinvoltamente e ignorano i divieti municipali, probabilmente è perché non gli viene neanche in mente che possano esistere; i pochi italiani con sigaretta, come perplessi, sono più defilati. All'uscita, in piazza, due peruviani accendono un affare con musica orrenda e si filmano mentre ballano.

Per mangiare, improvvisando, l'unico posto che troviamo è Sorbillo da Napoli, ci sono degli altri scaligeri secondo i quali a Teatro faceva caldo. Al parcheggio di Piazza Meda, uscendo dopo aver pagato, le sbarre si aprono senza biglietto: segno che il Telepass in entrata aveva preso. Ergo tariffa totale raddoppiata, fanno 50,2 euro.

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