«Mi piace l’azzurro dei grandi»

nostro inviato a Firenze

Quando gli hanno detto che era stato convocato ha pensato ad uno scherzo. Era appena rientrato nello spogliatoio dopo Parma-Juventus e non voleva crederci. Con i suoi 23 anni, dopo una fedele militanza nell'Under 21, Raffaele Palladino arriva nella nazionale dei grandi nel momento più difficile, sotto tutti gli aspetti: «Ma l'azzurro dei grandi è bello, una felicità unica che mi ripaga dei tanti sacrifici - racconta l'attaccante -. Non sono qui per mettere in difficoltà l'allenatore perché sono l'ultimo arrivato e non ho pretese. Come sempre mi impegnerò e quel che verrà sarà ben accetto».
A Coverciano ha ritrovato Donadoni suo allenatore quando giocava nel Livorno, Del Piero invece l'ha lasciato a Torino: «Della Juve sono un grande tifoso e lui è un grande campione dal quale imparo ogni giorno. Non ho un modello a cui rifarmi ma per Del Piero ho un debole. Lui e Trezeguet sono due grandi campioni ma non potranno giocare per altri dieci anni e io voglio diventare un titolare di questa squadra. No, in questi giorni Alex non l'ho sentito».


Sui presunti torti arbitrali alla Juventus dice di non credere alla malafede, sullo stop al campionato spiega di essere la persona meno adatta per dare giudizi, ma sui suoi sogni dice il vero: «Non sognavo un calcio così, bensì bello, puro, tranquillo. Scene come quelle di Bergamo choccano i bambini».

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