Anche i cecchini alla "prima": mille agenti blindano la Scala

Si temono scontri con gli autonomi ma anche atti dimostrativi. Bonificata la zona del teatro, piazza chiusa e cani anti-esplosivo

Il Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala di Milano

Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, la scritta lasciata giovedì sera dagli antagonisti in piazza Scala l'ha fugato: «Ci vediamo il 7/12». Una dichiarazione di guerra. Ma non c'è solo la protesta dei centri sociali a togliere il sonno alla questura. La Prima attira il gotha di economia, finanza e politica e quindi la questione diventa anche un problema di sicurezza nazionale, con l'intervento dell'antiterrorismo.

Quasi certa l'assenza di Giorgio Napolitano, sicura quella di Matteo Renzi, come ha annunciato il sovrintendente Alexander Pereira ma in ogni caso tra ministri, banchieri, industriali e diplomatici stranieri, il Piermarini rimane un obbiettivo a rischio. Pertanto già in queste ore è iniziato il lavoro di «bonifica» del territorio: tombini, grate, cestini dei rifiuti. Ogni angolo attorno al Piermarini viene frugato più volte quindi messo sotto stretta sorveglianza. Il giorno della Prima oltre ai reparti antisommossa, la Digos e servizi segreti, verranno dispiegati sul campo cani antiesplosivo, i tiratori scelti e artificieri. Quanti uomini verranno impegnati è difficile dirlo, ma sicuramente oltre il migliaio, considerando che i servizi di controllo sono già iniziati e il personale dovrà poi alternarsi in più turni fino domenica sera.

Poi la piazza da gestire. Gli ultimi scontri risalgono ormai al 2010, dopo di che le ultime Prime sono filate via lisce, certo tra cori, insulti e lanci di uova e ortaggi. Ma sempre da dietro le transenne che limitano l'accesso alla piazza ma non il diritto alla contestazione. Quest'anno sarà molto diverso, perché due temi forti, come sgomberi e piano lavoro, hanno acceso gli animi. L'altra sera a protestare davanti a Palazzo Marino erano almeno quattrocento, contando anche le famiglie dei diversi comitati per la casa. Domani non saranno da meno ma senza donne vecchi e bambini: tutti antagonisti con intenzioni bellicose. La polizia proverà a fare filtro, perquisendo chi arriva dalla provincia ma non sarà facile. Gli antagonisti infatti si concentreranno nei rispetti centri sociali per arrivare in piazza marciando compatti. Pensare di controllarli nel percorso, sarebbe come dare il segnale di inizio delle ostilità. Arriveranno «armati» con il solito arsenale: bengala e petardi ma soprattutto pietre e bombe carta. La polizia risponderà con cariche e lacrimogeni, soprattutto quelli da scagliare a mano: più facili da gestire e meno invasivi di quelli «sparati».

Per questo verranno impegnati su piazza Scala, ma anche su vie limitrofe, nel solo pomeriggio di domenica attorno ai 500 uomini. Verso le 18 verranno chiusi tutti gli accessi, lasciando via libera solo alle auto di autorità e personaggi dello spettacolo e cultura. Esposti allo sguardo dei curiosi ma anche alla contestazione dei centri sociali.

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