Bernardo: basta occupazioni Il Comune con i centri sociali

Il candidato ora chiede di metterci i profughi afghani. La vicesindaco Scavuzzo si oppone: "È una boutade"

Bernardo: basta occupazioni Il Comune con i centri sociali

Guai a toccare i centri sociali. Rossi ovviamente, perché per la romana Casa Pound si sono levate alte le grida della combriccola antifascista in servizio permanente. A Milano invece, dove gli occupanti sono della stessa squadra, i bravi ragazzi non si sgomberano. Non sia mai che un aspirante sindaco, ovviamente di centrodestra, vinca magari le elezioni e con i voti dei milanesi vada dagli ultrà rossi (violenti ed evasori fiscali), per chiedere di lasciare finalmente gli immobili illegalmente abitati e utilizzati per ogni tipo di commercio. Comunque illegale. E fa perciò specie che a difendere l'illegalità di fronte alla richiesta dello sgombero sia la vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo, la corazziera del sindaco Sala che invece di battersi per il rispetto della legge, fa scudo con anima e corpo alla richiesta di Luca Bernardo di sgomberarli per far posto ai profughi afghani che potrebbero arrivare in Lombardia. Solo «una boutade», liquida la proposta con una certa arroganza la Scavuzzo.

Ricapitolando. «Accogliamo subito gli afghani che per vent'anni hanno collaborato coi nostri soldati - l'idea lanciata ieri da Bernardo - Uomini e donne che hanno rischiato la vita per combattere i talebani e portare libertà e benessere. Milano e l'Italia faranno la propria parte; anche il Fatebenefratelli, nel suo piccolo, ha dato a una grande Associazione di volontariato la disponibilità ad accogliere alcune famiglie. Si pensi in particolare ai bambini. Il nostro gran cuore non si discute, ma ora più che mai tocca anche all'Europa e ai Paesi arabi. Giusto prendere contatti con le organizzazioni che operano in Afghanistan e attivare un coordinamento per l'accoglienza». E fin qui niente di male. Il problema arriva quando Bernardo aggiunge che «a Milano ci sono almeno 15 centri sociali occupati abusivamente: vengano sgomberati e si faccia posto a chi veramente ne ha bisogno. La città si liberi finalmente dell'illegalità e le strutture vengano destinate a scopi nobili. I candidati sindaci prendano ufficialmente quest'impegno». Apriti cielo. «La questione dei centri sociali mi sembra proprio una boutade, non una proposta seria», tuona immediatamente la Scavuzzo intervistata dall'Adnkronos di fronte a un progetto magari non così semplice da realizzare, ma che sembra di assoluto buonsenso. Eliminare un'illegalità per fare del bene, un po' quello che normalmente si fa con i beni sequestrati alla mafia con grandi lodi bipartisan. E invece no, il bacino elettorale del sindaco Sala e di tanta sinistra compiacente e connivente con gli energumeni rossi deve rimanere una territorio al di là del bene e del male. Sia mai che qualcuno si azzardi a chiedere loro il rispetto della legge e delle comune convivenza civile. I problemi, semmai, saranno di quei poveracci di residenti costretti a convivere con loro, mica di sindaco e assessori che abitano in ben altri quartieri. «Non basta avere uno spazio in cui si ammassano le persone - la condisce la Scavuzzo -, l'accoglienza va costruita in maniera sapiente.

«Io non sono un'analista di politica internazionale e credo che sia importante riferirsi anche all'autorevolezza di chi sta lavorando in maniera competente. Siccome neanche Bernardo di mestiere fa l'analista internazionale di politica, forse è meglio se rimaniamo tutti sul pezzo». Soprattutto gli occupanti dei centri sociali. Per i profughi poi si vedrà.

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