Indossa il camice da medico il candidato sindaco del centrodestra e primario della Casa pediatrica all'ospedale Fatebenefrateilli Luca Bernardo intervenuto a Omnibus, in merito alle nuove polemiche sull'obbligatorietà del green pass per poter accedere alle mense aziendali. Osservando i dati delle terapie intensive e dei reparti ospedalieri della Lombardia, Bernardo sottolinea come i numeri dei ricoveri e soprattutto il decorso delle malattia sia nettamene diverso tra chi si è sottoposto a profilassi e chi no. «Bisogna essere chiari sulla questione green pass e vaccini: il green pass è utile e importante, ma l'unica terapia che noi conosciamo è certamente la vaccinazione. Come medico immagino che, avendo fatto la seconda dose a gennaio, entro fine ottobre farò la terza. La cosa fondamentale è la chiarezza di comunicazione - spiega - vaccinarsi non solo è un atto d'amore ma è anche rispetto per se stessi e per gli altri».
Bernardo ricorda la sua esperienza durante la pandemia come primario al reparto di Pediatra del Fatebenefratelli: «Io ho riconvertito tre volte il mio reparto, cioè i miei pediatri hanno curato adulti affetti da Covid quando grande era la pressione sui reparti e devo ringraziare tutti gli operatori e i sanitari perché senza di loro la sanità italiana non avrebbe potuto salvare tante vite».
Per quanto riguarda la terza dose, l'Unità di crisi e l'assessorato al Welfare di Regione Lombardia sono in attesa delle indicazioni del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità per dare il via al piano e soprattutto avere informazioni chiare per quanto riguarda la durata della copertura. Negli altri Paesi del mondo, da Israele che ha già attivato la campagna per la terza dose agli Usa che l'hanno annunciata per il 20 settembre, dalla Francia alla Gran Bretagna, si è scelta una linea precisa. In Italia, invece, ancora non è stata data alcuna indicazione, nonostante le sollecitazioni da parte delle Regioni. Sembra però che la linea della Struttura commissariale sia di arrivare alla copertura dell'80 per cento della popolazione nazionale (ancora al 66 per cento) prima di pensare a un ulteriore richiamo, mentre il direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco Massimo Galli qualche giorno fa aveva espresso forti perplessità in merito: «Correre in avanti, facendo un'altra dose, non so quanto vantaggio porti a chi risponde bene al vaccino. E, soprattutto, a quanto serva realmente a chi risponde male o affatto» spiegava a proposito dell'annuncio dei primi dati sulla terza dose presentati da Pfizer all'agenzia del Farmaco Usa Fda.
Da un lato i primi a dover essere sottoposti a nuovo richiamo sono proprio i medici (anche se esiste ancora una fetta di personale sanitario che non ha aderito alla campagna) che hanno ricevuto la prima dose da gennaio, termine cui fa riferimento il pediatra e candidato sindaco Bernardo. Dall'altra c'è il tema delle categorie fragili, come over 60, cronici e ospiti delle Rsa che andranno protetti.
E a proposito della richiesta di intitolare una piazza o un luogo pubblico al fondatore di Emergency Gino Strada, la cui salma rientra in Italia e da domani sarà esposta nella camera ardente, Bernardo si dice «assolutamente a favore».
Aggiungendo di aver avuto «l'occasione di conoscerlo in una riunione all'ospedale San Paolo dove ci ha portato la sua esperienza: è una persona che ha dato tanto alla medicina del mondo, alle persone oppresse e malate; io credo che lo meriti, e che lo si debba ricordare».
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