Blitz delle Fiamme gialle: smantellata un'organizzazione di narcotrafficanti

Business milionario importando cocaina dalla Colombia ed eroina dall'Afghanistan. In manette 41 persone, tra queste anche due City Angles che avrebbero tenuto i contatti con un boss in galera

Il blitz è scattato all'alba. Una maxi-operazione della guardia di finanza di Milano contro un'organizzazione di narcotrafficanti. Un fiume di cocaina che dalla colombia sbarcava sul ricco mercato della Lombardia. Le fiamme gialle hanno arrestato 41 persone accusate a avario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, falsificazione di documenti, corruzione, riciclaggio, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori, detenzione illegale di armi e munizioni, truffa. tra questi, anche due City Angels, l'organizzazione di volontariato da anni attiva a Milano nel sostegno agli emarginati attraverso attività di strada. I due, seciondo l'accusa, avrebbero raccolto le indicazioni date dal capo dell'organizzazione che si trovava già in carcere e comunicava con loro attraverso dei «pizzini». Un business enorme, quello messo in piedi dal gruppo criminale. Un giro di denaro da 3 milioni di euro, grazie alle spedizioni di cocaina dal sudamerica e di eroina dall'Afghanistan sfruttando contatti di soggetti vicini alla 'Ndrangheta. Durante le indagini sono stati sequestrati 70 chili di cocaina e 10,5 di eroina, oltre a una villa a San Giuliano Milanese, nel cui giardino svetta una statua della libertà, due appartamenti oltre a una mitraglietta da guerra e due pistole. Le indagini hanno accertato che alcune delle armi, sono state acquistate nel campo nomadi di via Baranzate a Milano. Secondo gli investigatori, a tenere le fila dell'organizzazione era Valerio M., 31 anni che ha iniziato la sua carriera criminale come truffatore. Poi quando viene arrestato nel 2006 in carcere conosce un pregiudicato vicino alla cosca della 'Ndrangheta dei Bruzzaniti, morto per malattina un anno fa. Quest'ultimo vuole proseguire la sua attività di trafficante e chiede a Morrone che uscirà dal carcere dopo poco di prendere i suoi contatti per portare avanti il traffico. Morrone, una volta fuori, salda il debito del carico sequestrato che ha portato in cella il trafficante e prende contatti con colombiani e slavi per proseguire l'importazione di cocaina dal Sudamerica e dell'eroina dall'Afghanistan. I contatti con il criminale in cella venivano tenuti grazie ai due City Angels prima, e poi attraverso telefoni cellulari che venivano fatti entrare in carcere anche con la complicità di un poliziotto penitenziario finito agli arrestati.

Per procurare il denaro necessario a pagare i carichi, Morrone ricorreva a una truffa a danno dei rivenditori di auto e in un caso non ha esitato a dare fuoco a una pizzeria che gestiva per intascare i soldi dell'assicurazione.

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