Buio totale per 12 ore Il Duomo è indifeso e in balia dei vandali

L'imbrattamento ha messo a nudo la fragilità della Cattedrale La Veneranda Fabbrica spende 50mila euro l'anno per le scritte

Buio totale per 12 ore Il Duomo è indifeso e in balia dei vandali

Nella notte un'ombra si avvicina furtiva al portone del Duomo, si china pochi secondi di fronte al portone poi si allontana rapidamente. All'alba si scoprirà che ha lasciato un scritta, forse «distroy», con una sigla, forse D. P. Nulla di grave dunque, solo un vandalo. Ma se avesse voluto lasciare un bomba sarebbe stata la stessa identica cosa. I mille occhi aperti sulla cattedrale nel corso del giorno, si chiudono infatti verso sera, più o meno alle 19 insieme a chiesa,e guglie e musei. E per le successive 12 ore il cosiddetto salotto buono della città, con annesso suo principale monumento resta in balia degli imbrattatori. Che ogni anno costano alla veneranda Fabbrica 50 mila euro i pulizia. Quando va bene. La chiesa infatti è relativamente ben sorvegliata solo nel corso della giornata. Di notte invece è abbandonata a se stessa.

Si apre «bottega» infatti alle 7 quando arrivano ghisa, militari e un agente del commissariato centro che coordina l'intero servizio di vigilanza. All'ingresso i soldati aprono zaini e borse e nel caso danno una «spazzolata» con il metal detector portatile. Stessa operazione per salire sulle guglie con l'ascensore o a piedi, dove però il rilevatore di metalli è addirittura un varco. Si rese necessario dopo il dicembre 2000 quando un ignoto bombarolo depose sul tetto del tempio una scatola con un chilo di esplosivo collegato a un timer fissato sulle 3 di notte. Per fortuna un operaio in servizio alla Fabbrica, se ne accorse molto prima. In seguito dunque vennero aumentati i controlli e installati i famosi varchi con i metal detector. Apparato beffato lo scorso luglio da un signore salito sulle guglie con un paracadute per poi lanciarsi nel vuoto.

Mentre soldati e ghisa filtrano gli ingressi, fuori è tutto un ronzare di forze dell'ordine. Sul sagrato infatti stazione la «riserva di ordine pubblico», agenti da mobilitare in qualsiasi momento che, invece di oziare in caserma, vengono spediti in centro. Niente di impegnativo, solo «deterrenza». Senza contare gli equipaggi di polizia, carabinieri e ghisa che girano continuamente e il presidio dell'esercito attorno al Vescovado. Questo non toglie che sul sagrato si affannino decine di mendicanti, venditori magrebini di granoturco che ogni tanto si affrontano in feroci risse con gli africani venditori di libri, braccialetti e cianfrusaglie varie. Per tacer dei nomadi che assaltano gli avventori dei bar, soprattutto turisti, ai tavolini per chiedere la carità e far sparire nel contempo borse e cellulari.

Poi cala la sera, la piazza si svuota e il Duomo rimane affidato alle telecamere e ai passaggi delle volanti, obiettivo sensibile come molti altri in città. Un po' poco forse per chi volesse giocare con l'esplosivo anziché con una bomboletta spray.

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