"Compromesso" su San Siro. La palla passa (ancora) ai club

La sinistra boccia il nuovo stadio di Milano, Forza Italia spinge. Si attende entro l'estate un piano con indici ridotti

"Compromesso" su San Siro. La palla passa (ancora) ai club

Alla seconda ora di discussione una consigliera Pd, Beatrice Uguccioni, ha il coraggio di ammettere che l'idea del progetto non le «dispiace per nulla», e «teniamo conto che oggi lo stadio è circondato da una landa deserta». All'ordine del giorno in commissione comunale c'è l'ultimo progetto depositato da Milan e Inter per il nuovo stadio di San Siro, con un pezzo del Meazza salvato e trasformato in museo e centro per sport a prezzi calmierati (dalla zip line alla parete d'arrampicata fino, ipotizza l'assessore allo Sport Roberta Guaineri, una possibile sede di Aero Gravity) e intorno una cittadella dello sport e del divertimento.

La maggior parte degli interventi di maggioranza è nettamente contro - da Franco D'Alfonso (Alleanza civica) agli ambientalisti del Pd Alessandro Giungi e Carlo Monguzzi - o punta ancora i piedi sulle volumetrie. Per recuperare i 74 milioni di costi extra per salvare il Meazza - uno dei 16 paletti fissati nell'ordine del giorno approvato dall'aula nell'ottobre scorso - le società chiedono di costruire il doppio rispetto agli indici consentiti dal Pgt, lo 0,65 contro lo 0,35. «Continuerei a temporeggiare» la strategia suggerita da Monguzzi. E Basilio Rizzo della sinistra radicale arriva a sperare che «se Milan e Inter vogliono lasciare il Meazza possiamo affittarlo al Monza», in mano allo storico avversario politico Silvio Berlusconi. Nettamente contrari i 5 Stelle. La giunta e il sindaco continuano a fare melina e buttare la palla avanti, almeno a parole.

Dietro le quinte, si aspetta con fiducia un compromesso, una buona proposta dai club come si intuisce dalle parole dell'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran. Ricorda che le squadre «non hanno l'obbligo di giocare al Meazza, è anche interesse dell'amministrazione tenerle legate a San Siro, negli anni abbiamo investito tanto sulle infrastrutture», vedi la fermata M5. «Abbiamo bisogno di uno stadio dagli standard europei e che non ci sia più una grande piastra di cemento, un vero spreco di suolo. Come avvenne per Citylife o Porta Nuova, un progetto prima di essere definitivo prevede adattamenti - ricorda -. Se l'indice resta questo è impossibile che ci sia un giudizio positivo della giunta ma ci serve anche che arrivi una proposta organica dai club, da valutare integralmente». Le società sostengono che i 74 milioni per salvare il Meazza corrispondono a 88mila metri quadri di volumetrie in più. Il Comune sta valutando se la richiesta è corretta e vuol vedere anche la parte commerciale.

Secondo i rumors, entro l'estate Milan e Inter dovrebbero presentare una nuova proposta e la mediazione si potrebbe trovare a un indice pari a 0,50-0,55. «Ci sono punti importanti di avvicinamento, resta il punto dolente delle volumetrie, vanno riviste in maniera sensibile» conferma il capogruppo Pd Filippo Barberis. Ma dovrà convincere i suoi a far approvare il piano quando (e se mai) arriverà in aula, anche con un indice ridotto. A favore invece Forza Italia che chiede tempi stretti e un atto di coraggio a Sala: «La demolizione a del Meazza è stata evitata, si può trovare una buona mediazione entro 15 giorni» spinge il capogruppo Fabrizio De Pasquale.

E per Alessandro De Chirico (Fi) «sembra di essere tornati indietro di un anno, il centrosinistra resta su posizioni ecotalebane per allungare i tempi. Sala decida, come fece il centrodestra su Citylife o Porta Nuova, diamoci una mossa».

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