«Sono molto emozionato di essere a Milano e incontrare la nostra candidata sindaco Layla Romano» afferma l'ex premier Giuseppe Conte ieri al banchetto del Movimento 5 Stelle che fu preso di mira un paio di settimane fa dai No Vax (una trentina lo hanno fischiato ieri a Desio). Sarà l'emozione o forse la previsione del flop elettorale che fa sbagliare a Conte persino il cognome della sua candidata, Layla Pavone, al suo fianco davanti alle telecamere. L'ex premier non azzarda pronostici ma ammette che «è chiaro che storicamente il Movimento non ha mai brillato a Milano, per il principio di realtà mi ammetto che questo segno d rinnovamento non dia ancora risultati strepitosi, ma per noi era importante dare un segnale di attenzione a Milano». E al ballottaggio si prepara a offrire il (piccolo) bacino di voti a Beppe Sala. «Apparentamenti? Per l'orizzonte politico che stiamo coltivando anche a livello nazionale - afferma - è chiaro che per noi è un po' difficile dialogare con il centrodestra che ha dimostrato una politica deficitaria anche in piena pandemia».
Nel 2016 i 5 Stelle non andarono neanche lontanamente vicino all'exploit raggiunto a Roma e Torino con Virginia Raggi e Chiara Appendino. Qui scese in campo contro Beppe Sala per il Pd e Stefano Parisi per il centrodestra l'avvocato Gianluca Corrado, che incassò il 10,06% dei consensi, poco più di 54mila voti. In consiglio comunale entrarono tre grillini e a fine mandato il quadro è disarmante: Corrado dopo mesi di liti interne ha deciso di «saltare un giro» e non ricandidarsi anche se non lascia la nave, la consigliera Patrizia Bedori ha salutato Grillo & co ed è la capolista di Milano in Comune, la formazione di sinistra che sostiene il candidato sindaco Gabriele Mariani mentre Simone Sollazzo, che già era saltato nel gruppo, è candidato nella lista Europa Verde che sostiene Beppe Sala. E gli attivisti non sono entusiasti: il direttivo milanese all'unanimità aveva votato come candidata sindaco Elena Sironi, che ha dovuto lasciare il posto alla manager Pavone voluta da Conte, e accontentarsi del posto da capolista. L'ex premier prova a scaldare un elettorato che già nei tempi migliori del Movimento è stato freddino. Dal risultato elettorale dipenderà ovviamente la possibile intesa con Sala in caso di ballottaggio, l'eventuale peso dei grillini in giunta e la strada ancora tutta in salita di un accordo elettorale Pd-M5S alle prossime regionali.
Prima di arrivare a Milano ieri Conte ha inziato il tour elettorale lombardo da Treviglio ed è passato da Cassina De Pecchi, Pioltello, Desio, Varedo e Limbiate. Questa mattina farà tappa al mercato scoperto di via Osoppo, visiterà il Salone del Mobile e proseguirà con San Giuliano, Arcore, Verano Brianza, Varese e Busto Arsizio. E ieri al Salone del Mobile hanno fatto tappa sia il ministro Fi per gli Affari regionali Mariastella Gelmini che il leader della Lega Matteo Salvini.
Sempre ieri sul sito del Comune sono stati pubblicati programmi e preventivi di spesa dei partiti per la campagna elettorale. Forza Italia ad esempio conta di investire tra eventi, manifesti e affitto di locali 250mila euro, ne mette in conto 350mila la lista civica di Bernardo, 25mila Fdi, 110mila la Lega, Milano Popolare (il leader è Maurizio Lupi) 114.100 euro. Il Pd ha preventivato 125mila euro, Europa Verde 9.
050, i Riformisti con Sala 52mila, i Radicali 7mila, la lista civica di Sala 8mila, Milano in Salute 5mila, Volt 20mila, Milano Unita 6.400. Per ora M5s ha messo in conto mille euro, Potere al Popolo che sostiene Bianca Tedone sindaco 1.860 euro.
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