Doppio Barenboim alla Scala

Doppio Barenboim alla Scala

Domani il direttore e pianista Daniel Barenboim salirà sul podio della Filarmonica della Scala per la 48esima volta. Inaugura così il mese di permanenza a Milano, dove è direttore musicale della Scala fino al dicembre di quest'anno. Sarà infatti impegnato in un'opera, La sposa dello zar di Rimskij Korsakov, un'altra terna di concerti nella stagione sinfonica del teatro, quindi rientro a Berlino e di nuovo alla Scala in giugno per Così fan tutte di Mozart. Il concerto di lunedì è preceduto dalla Prova aperta (ore 19.30) dell'orchestra Filarmonica a favore di Fondazione Progetto Arca, il ricavato della serata finanzierà il progetto «Sostegno per anziani in difficoltà» che Fondazione Progetto Arca, in collaborazione con il Comune di Milano, ha avviato nel 2007 per offrire sostegno a oltre mille anziani in condizioni di necessità. Barenboim ritorna a Milano nel doppio ruolo di direttore e pianista in un programma che apre con l'ouverture tratta dall'Oberon di Weber, lo studio sinfonico Falstaff di Elgar e il Concerto per pianoforte e orchestra K 482 di Mozart. Barenboim è l'artista che arrivò a Milano nel dicembre 2005, dopo 30 anni di assenza. Venne nominato direttore scaligero, fino all'investitura ufficiale, tre anni fa, a direttore musicale. Impegnato su più fronti, anzitutto con la Staatsoper di Berlino, Barenboim ha riservato a Milano presenze di rilievo però alternate a momenti di vuoto. Cresciuto in Israele, ma nato a Buenos Aires (1942) da genitori ebrei, è direttore d'orchestra, ma pure pianista e autore di libri dove le riflessioni musicali sconfinano nella filosofia, e viceversa. È un personaggio – anche mediatico - come pochi altri suoi colleghi. La cosa di cui va più fiero è la West-Eastern Divan, orchestra che ha fondato nel 99, connubio di musicisti israeliani e palestinesi. Barenboim è l'uomo che a Gerusalemme ruppe un tabù proponendo una pagina di Wagner, compositore associato all'antisemitismo. I Wiener , per il loro concerto di Capodanno, hanno voluto lui quest'anno, poiché emblema dell'arte che sa creare ponti (nello specifico, fra Palestina e Israele) e dunque prescelto a un secolo dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Altro artista che appena può si spende per le cause socio-politiche è Andras Schiff, pianista che le Serate Musicali ospitano giovedì, in Conservatorio (ore 21), per un tutto Bach: e Variazioni Goldberg. Schiff viaggia per il mondo, è di Budapest, risiede alle porte di Firenze, ma è legatissimo alla sua Ungheria. E non ha problemi a prendere posizione su eventuali derive del proprio Paese, anche scrivendo lettere a quotidiani di rilievo (settimane fa era The Guardian). Giovedì festeggia le nozze d'argento con le Serate, la società dove ha offerto letture di cicli monumentali, come quello di Bach, Schubert e Beethoven.

È considerato uno dei pianisti di riferimento del secolo. Per il suo sessantesimo compleanno, lo scorso dicembre, la Royal Philharmonic Society di Londra gli ha conferito la medaglia d'oro in coda a un concerto alla Wigmore Hall. Altrettanto accadrà a Milano.

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