Milano torna ad investire sull'arte, malgrado mala tempora currunt e grandi promesse sono svanite come quella del sospirato museo contemporaneo. Così, alla vigilia della diciottesima edizione di Miart, si prova nuovamente a pensare in grande, ovvero a restituire alla città un grande momento annuale dedicato alla ricerca artistica odierna. La risposta, nell'edizione affidata a Vincenzo de Bellis, sta nel tentativo di confezionare un abito internazionale attorno ad una fiera che ha sempre sofferto un ruolo gregario rispetto alla kermesse di Bologna che si tiene a gennaio. La ricetta è stata di rafforzare i contenuti dell'evento aldilà del lato marketing, con progetti curatoriali, ospiti provenienti da grandi istituzioni straniere e una maggior collaborazione con gli altri enti culturali cittadini. In tutto saranno 140 le gallerie che da domani a domenica occuperanno gli stand del padiglione 3 di Fieramilanocity, di cui circa la metà giunge da Paesi esteri.
Gli espositori saranno suddicvisi in due settori: «Established», destinato alle gallerie già storicizzate ed «Emergent» dedicato alle realtà più giovani. Per il resto Miart offrirà convegni e conferenze con esperti ed artisti internazionali, mentre una sezione speciale curata da Florence Derieux metterà a confronto nove coppie di artisti di generazioni diverse. Presenti ovviamente in fiera le più importanti gallerie di Milano che cercheranno dall'evento nuove scosse in un momento di indubbia crisi che ha colpito pesantemente il settore costringendo anche a clamorose chiusure.
«È inutile nascondere che la situazione è difficile e il pubblico dei collezionisti è intimorito sia dalla congiuntura economica sia dalla pressione fiscale» commenta Massimo Di Carlo, milanese, presidente dell'Associazione Nazionale Gallerie d'arte moderna e contemporanea. «La recessione ha penalizzato soprattutto la classe media che da sempre costituisce il vero zoccolo duro del collezionismo italiano. Ma anche nella fascia più alta, coloro che erano abituati a staccare assegni a cinque o sei zeri per un'opera d'arte oggi vanno cauti per il timore di scatenare la macchina dei controlli in un Paese dove, si sa, vige la presunzione di colpevolezza».
Malgrado le difficoltà, il bilancio dell'ultima importante fiera d'arte nazionale, quella di Bologna, non è stato negativo e potrebbe essere di buon auspicio anche per Miart. «In tutti questi anni - sottolinea Di Carlo - la fiera milanese ha scontato alcuni handicap, primo fra tutti quello di un impegno da parte dell'ente fiera inferiore rispetto alle potenzialità. A ciò si aggiunge la scelta di un periodo, quello primaverile, non troppo stimolante per il pubblico milanese. La concorrente bolognese, inoltre, è per tradizione più attrattiva per il pubblico del centrosud. Entrambe le fiere, aggiungo, scontano un certo provincialismo del mondo dell'arte italiano, che non attira le gallerie straniere importanti e che spinge molti collezionisti italiani a comprare all'estero perchè è più chic. Ma Milano resta la capitale italiana delle gallerie e fa bene a puntare in alto».
EVENTI COLLATERALI
Un ciclo di performance con Fondazione Trussardi
Tra gli elementi che rappresentano il valore aggiunto della nuova edizione di Miart, figura la collaborazione con la Fondazione Nicola Trussardi, che in questi giorni ha dato il via ad un vero e proprio festival di «arte vivente». Fino a sabato, dalle 22 alle 24, artisti internazionali metteranno in scena performance, concerti, intermezzi e pièce teatrali sul palcoscenico del Teatro Arsenale. Per «Liberi tutti», questa sera va in scena Darren Bader con Le Quattro Stagioni, Trois Gnossiennes, Triple DJ, tre «incursioni musicali» tra la performance, il concerto e la scultura, con il supporto in scena di musicisti e d. Domani sarà la volta dell'artista israeliana Keren Cytter, che metterà in scena Show Real Drama, una performance dal taglio più teatrale- già presentata alla Tate Modern di Londra lo scorso autunno e ora per la prima volta in Italia- basata sulla vita di due dei suoi attori, Susie Meyer e Fabian Stumm, che sul palco rappresentano se stessi tra realtà e finzione. Sabato, infine, sarà la volta di «The Pentothal Analyses» (un ballet de cour), progetto inedito del berlinese Thomas Zipp, che nelle sue performance lavora coinvolgendo il pubblico in rappresentazioni che mescolano vero e falso.
GLI APPUNTAMENTI
Critici e direttori dei musei incontrano i collezionisti
Numerose le iniziative collaterali di questa edizione di Miart diretta da Vincenzo de Bellis. Tra questa spiccano i «miartalks», un ciclo di incontri a cura di Fionn Meade e Alessandro Rabottini. Domani, a partire dalle 12.15 fino alle 19.30, si susseguiranno conversazioni con critici, artisti e direttori di musei su importanti temi legati all’arte contemporanea. Tra queste segnaliamo alle 16 «Going Public: Collezioni Private e Istituzioni / Going Public: Private Collections and Public Institutions », dialoghi tra collezionisti e direttori di musei italiani che esplorano le relazioni tra collezionismo privato e istituzioni pubbliche realizzata in collaborazione con ACACIA- Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana. Alla conversazione partecipano Gabriella Belli, Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia e Gemma De Angelis Testa, presidente di Acacia. Alle 18.
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