Ecco come tornerà giovane il grande organo del Duomo

Strumento da restaurare, parte una raccolta fondi Confalonieri: "Un futuro per questo scrigno d'arte"

Ecco come tornerà giovane il grande organo del Duomo

No, non ci sono paragoni. La «Toccata e fuga in re minore» di Bach eseguita con migliaia di canne d'organo, è quasi un'esperienza fisica, non soltanto uditiva. Il suono arriva forte, come un'onda, quasi si tocca. Questo spettacolo unico in Duomo - va ricordato, simbolo di Milano, della sua religiosità e delle sue tradizioni civiche - ha preso un po' tutti ieri, anche chi un brano come il succitato, scritto dal pilastro della musica Johann Sebastian, l'ha ascoltato tante volte. In questo caso però, ha fatto veramente la differenza lo strumento. Già, proprio così. Il grande organo della cattedrale - per numero di canne e registri primo italiano e secondo in Europa - «che ora però necessita di essere curato». Già, proprio così.

Dopo l'introduzione di monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete della cattedrale meneghina («risale al 1395 la prima menzione di un organo a proposito dell'erigendo Duomo», attacca), se ne è parlato in una conferenza nella Cappella Feriale, dove è stata lanciata la campagna per una raccolta di fondi: «15.800 note per il Duomo» - di cui la più alta emessa da una canna di quasi dieci metri, la più piccola pochi centimetri - per partecipare al restauro dello strumento, per il quale ci vorrà oltre un milione (informazioni sul sito: duomomilano.it o al numero verde 800.528.477). «Ci piacerebbe che accanto alla Veneranda Fabbrica - spiega il presidente dell'ente Fedele Confalonieri, di cui è nota la grande passione per la musica - si unissero in armonia a questa sfida l'intera Milano, i cittadini e quanti, soggetti pubblici e privati, vogliono assicurare un futuro a questo scrigno d'arte e di fede. Tutti potranno partecipare con una semplice donazione». Il primo a staccare l'assegno è stata la Fondazione Bracco, 50mila euro. Questa città «ci ha dato molto - afferma la signora Diana Bracco - Questa passione per la restituzione l'abbiamo sempre avuta, cerchiamo di restituire alla comunità, in cultura». Una finestra sulla storia. E che sorprese, chissà quanto conosciute dal pubblico, si scoprono sfogliando gli almanacchi riguardo l'organo in cattedrale, «una voce che ha accompagnato a lungo la vita di Milano», interviene l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Salto nel secolo Ventesimo. «Correva l'anno 1938, lo strumento venne costruito in tempo record, donato da Benito Mussolini - spiega l'organista titolare Emanuele Carlo Vianelli - Se ne sono occupate le ditte Mascioni di Cuvio (Varese) e Tamburini di Crema». Nell'86 i primi lavori di sistemazione e il ricollocamento integrale in Presbiterio. Poi più niente fino al 2000. Dunque si è provveduto alla pulitura delle canne.

«Adesso bisogna occuparsi del cedimento dei rivestimenti in pelle dei mantici - approfondisce l'ingegner Francesco Canali della Direzione lavori - e delle ante che rischiano distacchi e crolli delle parti lignee, l'usura e l'ossidazione delle componenti elettromeccaniche».

Discorsi che sono stati l'occasione, per l'assessore regionale all'Autonomia Stefano Bruno Galli di ricordare quanto c'è da fare in Lombardia per l'arte e gli organi ecclesiastici («sto lavorando per istituire un fondo»). Dulcis in fundo, ecco il recital del virtuoso Vianelli con finale da star. E con un grande protagonista: l'organo del Duomo col suo impareggiabile suono.

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